REDAZIONE PISTOIA

Le 'Vite' di Vasari secondo Federico Tiezzi

Esposta a Palazzo Fabroni di Pistoia l'opera che racconta la storia di tre artisti: Jacopo da Pontormo, Rosso Fiorentino e Buonamico Buffalmacco

Federico Tiezzi

Federico Tiezzi

Pistoia, 23 settembre 2021 -  Tre quadri parlanti che raccontano la storia di tre artisti, tre pittori: Jacopo da Pontormo, Rosso Fiorentino e Buonamico Buffalmacco. Tutti e tre hanno dei rapporti importanti e faticosi con la società nella quale vivono. È l'opera video di Federico Tiezzi ispirata alle 'Vite' di Giorgio Vasari: drammaturgia di Fabrizio Sinisi, con scene e costumi di Giovanni Frangi. L'esposizione è stata inaugurata oggi al Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni di Pistoia. “Tutte e tre le vite – spiega Federico Tiezzi – sono state riviste in termini contemporanei e le scene e i costumi per questi video sono stati fatti dal pittore Giovanni Frangi. La vera novità di questo lavoro è che non si tratta della ripresa di un attore che recita, ma è un attore che interagisce con il video e con la camera che ha davanti, secondo un linguaggio cinematografico non superficiale”. La produzione a cura della compagnia Lombardi-Tiezzi, è stata realizzata con il sostegno di Fondazione Toscana Spettacolo onlus e Regione Toscana nell’ambito del progetto 'Così remoti, così vicini – Nuove idee per un teatro a distanza'. "Una mostra particolare e bellissima", sottolinea Cristina Scaletti, presidente della Fondazione Toscana Spettacolo, che definisce l'opera video di Tiezzi "un capolavoro che unisce tutte le varie declinazioni della cultura in una sintesi davvero straordinaria e in un luogo, Palazzo Fabroni di Pistoia, che la valorizza in maniera estremamente importante e di grande rilievo per la cultura toscana tutta". L’esposizione − inserita nel cartellone della rassegna Teatri di Confine di Associazione Teatrale Pistoiese e Fondazione Toscana Spettacolo onlus − è realizzata in collaborazione con i Musei Civici di Pistoia, con il contributo di Regione Toscana e Ministero della Cultura.

Patrizio Ceccarelli