LINDA MEONI
Cultura e spettacoli

Museo Marino Marini, aperture straordinarie: via alle prenotazioni

Dieci in tutto le possibilità di accesso, concentrate nel Luglio Pistoiese. In mostra una selezione a cura del comitato scientifico della Fondazione. Dalle 11 alle 18 con ingressi ogni ora a gruppi di massimo venticinque persone

Museo Marino Marini

Museo Marino Marini

Pistoia, 27 giugno 2024 – Ufficialmente aperte le prenotazioni (www.fondazionemarinomarini.it) per tornare a visitare una porzione del patrimonio pistoiese riconducibile al maestro Marino Marini. Proprio lì, tra Palazzo del Tau (di proprietà del Comune) e la ex chiesa (di proprietà demaniale), in quella che per tanti anni è stata la sua casa a Pistoia. È assicurata una doppia emozione – rivedere i pezzi del Marini ma anche lo stesso Museo – per chi vorrà garantirsi un posto in quella che è un’iniziativa fortemente voluta dal commissari o straordinario della Fondazione Marino Marini, il prefetto a riposo Raffaele Ruberto.

Dieci in tutto le aperture, come già annunciato alla stampa nelle settimane scorse, concentrate per motivi strategici nel Luglio Pistoiese e precisamente nei giorni 6, 7, 13, 14, 20, 21 e dal 25 luglio al 28, dalle 11 alle 18 con ingressi ogni ora a gruppi di massimo venticinque persone. Le visite, gratuite, saranno accompagnate ma non guidate, mentre l’accesso al pubblico sarà possibile proprio dalla porta principale di Corso Fedi, garantito anche ai disabili ovviamente dalle adiacenze. Ma cosa vedrà il visitatore che scelga di partecipare a "Marino e Pistoia di nuovo insieme"? Non l’intera collezione del Tau, certamente, ma una selezione ragionata a cura del comitato scientifico della Fondazione (al cui interno siedono Flavio Fergonzi, Mattia Patti, Luciano Pensabene Buemi, con Laura Calvi e Gianmarco Russo) il cui ordinamento non è quello tradizionale delle esposizioni dedicate al maestro e centrate sullo sviluppo cronologico della sua opera o sui raggruppamenti tipologici della sua produzione.

“Ragioni di spazio , e dunque di rapporto tra opere e contenitore architettonico, hanno fatto optare per un’altra soluzione, motivata da una evidenza documentaria – fanno sapere dalla Fondazione -. Esistono riprese fotografiche degli atelier di lavoro di Marini: lo studio all’Istituo Superiore delle Art Applicate di Monza, negli anni Trenta, quello di Tenero, in Svizzera, dal 1943 al 1946, quello di piazza Mirabello a Milano, negli anni Quaranta e Cinquanta. In queste riprese le sculture si affollano a terra, in un dialogo apparentemente casuale tra di loro. In realtà evidenziano inaspettate relazioni iconografiche e formali, e spingono l’osservatore a verificare punti di vista di speciale interesse.

L’allestimento proposto, con le opere collocate a terra nei gradoni dell’impluvium e distribuite negli spazi attigui, vuole restituire il clima visivo dell’atelier di Marino, e invita i visitatori a riscoprire il suo linguaggio plastico, in alcuni casi in relazione col suo linguaggio pittorico, nella sua tensione espressiva e nella sua eleganza formale". L’iniziativa è promossa dalla Fondazione assieme alla Direzione regionale Musei nazionali Toscana e dal Comune di Pistoia e sostenuta dalla Fondazione Caript. Intanto, sempre su impulso del commissario, dal 15 giugno scorso e fino al 3 novembre prossimo, il Forte di Bard, noto complesso monumentale in Valle d’Aosta, ospita "Marino Marini. Arcane fantasie" a cura di Sergio Risaliti, 23 sculture e 39 opere su tela e carta che raccontano il ritorno all’arcaico e la supremazia del sogno e della fantasia attraverso l’inconfondibile linguaggio figurativo di Marino Marini.