Pistoia, 14 febbraio 2022 - «I rincari per quanto mi riguarda sono stati estremamente sostanziosi. Solo per l’alimentazione degli animali, si parla di un +40-45%. Mi riferisco ad esempio al costo del mais, che è passato da 18 a 28 euro. Dico mais, ma il discorso vale anche per quello di qualsiasi altra materia prima. Ed è giusto che si sia alzato, però dovrebbe salire in maniera equa pure quello del mio prodotto. Che invece ho aumentato di un 5% massimo, perché altrimenti non riuscirei a venderlo".
A raccontarlo è Paolo Giorgi, vicepresidente di Coldiretti Pistoia e titolare assieme al fratello Valentino della società agricola Le Corti di Pieve a Nievole, che si occupa di allevare limousine ovvero bovini da carne. Le difficoltà di certo non mancano, alla luce delle spese in costante ascesa.
"E ancora mi deve arrivare la bolletta dove in teoria è prevista la stangata, con una crescita del costo di un 30/35%. Non bisogna poi scordarsi del tema trasporti e della salita del prezzo dei carburanti. Nella mia azienda ho tutto meccanizzato: abbiamo macchine, trattori e quindi il dispendio di carburante è consistente. Il che significa che l’incidenza è importante", sottolinea Giorgi.
«Parlando del mondo vivaistico, che è quello che a Pistoia la fa da padrone, abbiamo notato che ci sono stati dei rincari esagerati che non possono più essere sostenuti. Mi viene in mente il costo dei trasporti oppure quello dei concimi chimici. La spesa per l’urea, che è a base di azoto, era di 40 euro al quintale fino alla scorsa primavera, mentre due settimane fa aveva oltrepassato i 100 euro. Adesso sta leggermente calando, ma è comunque raddoppiato in pochi mesi. Questa è la dimostrazione di come la situazione stia sfuggendo di mano".
Relativamente al settore floricolo, Giorgi aggiunge: "L’aumento del costo del carburante si fa sentire e non poco. In inverno le serre vengono riscaldate mediante l’utilizzo di generatori d’aria calda con alimentazione a gasolio, Gpl, metano e corrente elettrica, e quindi è inevitabile che la spesa schizzi alle stelle. Se a questo si aggiunge la crescita del prezzo dei concimi, allora il quadro è preoccupante".
Il focus si concentra poi sulla Valdinievole, ma la musica non cambia. "Il nostro territorio è il primo in Toscana per la produzione di mais. Abbiamo dei prezzi per i concimi che sono più che raddoppiati. Posso citare - continua Giorgi - anche il caso del latte: a chi lo produce e lo vende alla centrale vengono riconosciuti 38 centesimi, che non vanno a coprire nemmeno i costi di produzione. Invece al banco lo troviamo almeno a 1,50 euro. Succede pure con la carne. Per quanto concerne la nostra realtà, abbiamo fatto un piccolo ritocco del prezzo, ma niente in confronto a quelli che sono stati gli aumenti imposti dalla grande distribuzione sulla Fiorentina ad esempio".
Francesco Bocchini