REDAZIONE PISTOIA

Vertenza Iron & Logistics: “Pignorati i macchinari”

Il tribunale di Pistoia ha terminato le operazioni. L’annuncio dei lavoratori. “L’assemblea permanente è stata quindi sospesa, ma la lotta continua”

Alcuni dei lavoratori della Iron & Logistics di Montale in sciopero nelle scorse settimane (FotoCastellani)

Alcuni dei lavoratori della Iron & Logistics di Montale in sciopero nelle scorse settimane (FotoCastellani)

Montale (Pistoia), 2 dicembre 2024 – Una prima svolta. Lo scorso venerdì il tribunale di Pistoia “ha terminato i pignoramenti dei macchinari” presenti nella Iron&Logistics di Montale. Primo obiettivo dell’assemblea permanente raggiunto. Spiega una nota: “Lavoratrici e lavoratori hanno presidiato la fabbrica e sono riuscite a evitarne lo smantellamento”. L’assemblea permanente è stata quindi sospesa, ma la lotta continua: “Nelle prossime settimane continueremo a mobilitarci per tornare al lavoro e ottenere il pagamento degli ultimi stipendi, con un’azienda che continua a essere latitante. La lotta proseguirà con altre forme. Ringraziamo per il sostegno tutto il territorio, che non in queste settimane ha stretto in un abbraccio questa lotta: continuiamo a restare unite e uniti, fino alla vittoria”.

E’ questo un passaggio importante di una vicenda che vede protagonista la lotta dei lavoratori della Iron & Logistics (una stireria conto terzi di Agliana che lavora per noti brand della moda a conduzione italiana) che sono stati in assemblea permanente per 27 giorni. Lavoratori verso i quali in tutti questi giorni si sono susseguiti attestati di solidarietà e anche di ammirazione per il coraggio e la perseveranza con cui lottano per i loro diritti. Una protesta contro la paura dello smantellamento” dello stabilimento iniziata di fatto un mese fa, quanto emerse il sospetto – disse Sudd Cobas – che l’azienda stesse cercando di “scappare”. Su quali basi? Fabbrica sempre più vuota e nessuna nuova commessa in arrivo, secondo sindacato e lavoratori. Mentre “la società non è stata in grado di fornirci alcuna spiegazione plausibile a quello che sta accadendo”. Per quasi un mese si è dormito dentro la fabbrica per presidiare i macchinari.

Tutto affonderebbe le proprie radici, secondo i lavoratori, nel lontano 2022 quando l’azienda decise di licenziare “gli iscritti al sindacato che avevano scioperato contro il mancato pagamento degli stipendi”. Sono stati 20 i lavoratori in assemblea permanente dentro l’azienda, più altri 16 che hanno vinto la causa contro il licenziamento che hanno effettuato presidio fuori dai cancelli, su 40 dipendenti totali. Alla fine del 2023 – aveva detto sempre Sudd Cobas – ci pensò il tribunale del lavoro di Prato a dichiarare illegittimi tutti i licenziamenti dei lavoratori accusati di aver scioperato e picchettato i cancelli dell’azienda”.