Pistoia, 15 giugno 2022 - È il giorno del dolore. La sconfitta elettorale ha riaperto una vecchia ferita nel cuore del Pd pistoiese. Una ferita profonda, inferta dal debacle di cinque anni fa, e mai davvero rimarginata. C’era bisogno adesso del balsamo di una vittoria o quantomeno di un ballottaggio che potesse far sentire al centrodestra – e al sindaco uscente Alessandro Tomasi – il peso di una presenza politica ancora vibrante. Dietro, del resto, c’è una storia che ha fatto la storia della città. Ma che oggi pare non trovare una forma "altra" per scriverne nuovi capitoli. Nei circoli dem di Bonelle e Bottegone, roccaforti "rosse", ieri l’umore era basso. Tanta autocritica ma anche voglia di reagire.
Luciano Mazzieri, segretario del circolo Pd di Bonelle, ancora non ci crede. Appena accettata la nostra intervista entra nella sala di via Bonellina dove troneggia la bandiera dem. Si siede alla scrivania lasciandosela alle spalle. Gli occhi bassi e una frase che racchiude il senso del giorno dopo le amministrative pistoiesi, il giorno del dolore: "In questo momento vorrei una fascia nera da mettere al braccio". Un segno di lutto per una sconfitta che sconvolge anche chi, come lui, ha le spalle larghe. E puoi dire di averne viste tante dopo una lunga esperienza nel Pd come consigliere comunale, capogruppo comunale con Berti e presidente dell’assemblea provinciale. Rimanendo nel frattempo sempre anima della frazione. "Il Pd rappresenta un pezzo importante della mia vita – racconta –. Dopo aver ricoperto vari incarichi son voluto tornare al punto di partenza come segretario del circolo. Alla faccia di tutti quelli che accusano il Pd di essere il partito del potere, della poltrona... Sul territorio c’è gente che si rimbocca le maniche e lavora con dedizione ogni giorno, senza coltivare ambizioni di carriera politica. Soltanto per il gusto di aiutare la comunità e portare avanti certi valori. Anche in questa campagna elettorale c’abbiamo messo l’anima". E allora cosa non ha funzionato? "Non ho ancora le idee molto chiare – spiega Mazzieri adagio, con le pause di chi cerca le parole giuste –. Questa è una sconfitta inaspettata che brucia: sapevamo che non sarebbe stata una partita facile con Tomasi ma non così...".
La campagna elettorale è stata impegnativa anche a Bonelle dove si è scommesso sulla vecchia strategia del porta a porta. "Ma non è bastato. Evidentemente il Pd ha bisogno di crescere, di trovare nuovi mezzi di espressione perché la proposta, il messaggio o il modo di comunicarlo non hanno avuto successo. Anche i circoli tradizionali devono evolvere. In più credo che il Pd abbia scontato la sua scarsa presenza negli ultimi cinque anni, dopo lo choc per la sconfitta. Il Pd è ripartito a tutti gli effetti un anno fa, in ritardo". La trattativa per scendere in campo uniti con la sinistra ha portato via altro tempo prezioso (invano). "E intanto Tomasi ha portato avanti la sua politica popolare attirando con la lista civica Ale Tomasi, senza simboli, anche i voti di chi è ancora vagamente affezionato alla sinistra". La conferma nei numeri. "A Bonelle il Pd ha sempre ottenuto risultati eccezionali, talvolta bulgari, vedi i 200 voti su 370 per Bertinelli. A questo giro la lista Ale Tomasi ha preso 80 voti, solo quattro in meno del Pd. Ma gli elettori di sinistra dove sono finiti? Tante astensioni?". La delusione è tanta anche alla Casa del popolo di Bottegone dove però a sollevare gli animi c’è il boom di preferenze per il suo presidente Matteo Giusti, alla prima come candidato consigliere per il Pd pistoiese.
"Non possiamo essere soddisfatti delle elezioni – commenta il trentenne –. Il crollo di voti a Bottegone è stato inaspettato per me che vivo qui e che parlo con le persone. Siamo una periferia popolosa ma dimenticata, mi sarei aspettato un voto di protesta. Troppe cose sono state promesse e mai realizzate, un esempio su tutti i progetti finanziati con il bando Smart social city da 18 milioni: tutto fermo da anni. Ora il Pd è chiamato a riflettere parlando anche ai giovani meno affezionati alla politica. Ma sfatiamo il mito che la rivoluzione passi necessariamente dai ragazzi, nel Pd ho incontrato persone con esperienza che hanno tanto da insegnare e dare. Ho creduto in Federica Fratoni. Ho deciso di candidarmi proprio per offrire il mio contributo mettendo sul tavolo del dibattito i problemi veri della gente. Ringrazio i tanti per la fiducia concessa. Credo che si sia voluto premiare il mio impegno e il ruolo sociale che i circoli territoriali continuano ad avere. In Comune faremo un’opposizione attiva e costruttiva preparandoci già per i prossimi cinque anni".