FEDERICO BERTI
Pistoia

Margherita Buy, il record al "David" e quel suo legame con Monsummano

Molti non sanno che la grande attrice vanta radici toscane, che lei spesso ama ricordare nelle interviste

Margherita Buy riceve il David da Tullio Solenghi (foto Ansa)

Margherita Buy riceve il David da Tullio Solenghi (foto Ansa)

Pistoia, 17 giugno 2015 -  Con l’ultimo David di Donatello conquistato per l’intensa interpretazione in «Mia madre» di Nanni Moretti, Margherita Buy è diventata l’attrice italiana più premiata nella storia dell’ambito riconoscimento. Sette le statuette conquistate dal 1991 ad oggi su 16 nomination; cinque vittorie nella categoria miglior attrice protagonista, due come non protagonista. E l’ultima vittoria le ha permesso di superare il mito Sophia Loren ferma dal 1977 a sei statuette (5 Monica Vitti, 4 Mariangela Melato, 3 Valeria Bruni Tedeschi, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, soltanto 2 Anna Magnani).

Un vero record per l’attrice che, pur essendo nata a Roma nel 1962, vanta radici toscane spesso ricordate nelle interviste. Quel suo cognome arriva direttamente dalla Francia (infatti il suo trisavolo era un ufficiale medico dell’esercito napoleonico che si trasferì in Toscana). Ma da parte di madre invece, radici pistoiesi, per la precisione da Monsummano.

Proprio lì la famiglia materna ha una villa dove spesso Margherita ama rifugiarsi tra un set e l’altro. E tanti ricordi «toscani» sono stati raccontati dalla stessa Buy per il libro di Fabrizio Borghini «Pistoia al cinema». Talmente legata a Monsummano, da essere stata l’ospite d’onore all’inaugurazione nel 2007 del restaurato teatro cittadino intitolato a Yves Montand (nome d’arte di Ivo Livi nato appunto a Monsummano Terme nel 1921). Sette David di Donatello; proprio come Vittorio Gassman e Alberto Sordi. Considerato che la sua carriera non conosce momenti di crisi, è probabile che nel giro di pochi anni le statuette siano destinate ad aumentare. Ma quali sono i film che l’hanno consacrata attrice da record ? Nel 1991 «La stazione» di Sergio Rubini, 1999 «Fuori dal mondo»di Giuseppe Piccioni, 2004 «Caterina va in città» di Paolo Virzì, 2005 «Manuale d’amore» di Giovanni Veronesi, 2008 «Giorni e nuvole» di Silvio Soldini, 2013 «Viaggio sola» di Maria Sole Tognazzi ed infine il bel film di Moretti «Mia madre».

Come se non bastasse, Margherita Buy si è guadagnata anche 6 Nastri d’argento (su 13 candidature) e 4 Globi d’oro (su 8 nomination). Spiritosamente, durante una intervista con Victoria Cabello, l’attrice ha ammesso di aver perso un David. Una gran bella carriera per l’attrice d’origine pistoiese. Un percorso artistico iniziato più di trent’anni fa dopo il conseguimento del diploma all’Accademia d’arte drammatica. Eppure la sua carriera si è sviluppata prevalentemente in cinema. Dal suo debutto nel 1986 in «La seconda notte» di Nino Bizzarri alla popolarità raggiunta con il ruolo comico in «Maledetto il giorno che t’ho incontrato» di Carlo Verdone. Tante commedie («Facciamo paradiso» di Mario Monicelli, «Il più bel giorno della mia vita» di Cristina Comencini), tanti successi di critica e di pubblico («Le fate ignoranti», «Saturno contro» entrambi di Ferzan Ozpetek), ed anche film drammatici come «I giorni dell’abbandono» di Roberto Faenza e «La scoperta dell’alba» di Susanna Nicchiarelli. Margherita Buy è stata ed è protagonista indiscussa del cinema italiano degli ultimi tre decenni, cambiando spesso pelle, dando vita ai ruoli femminili più disparati. E per mantener fede a questa «politica aziendale», il prossimo ruolo è all’insegna del coraggio. Una lesbica innamorata e convivente di Sabrina Ferilli nel film «Io e lei» diretta ancora una volta da Maria Sole Tognazzi in uscita il prossimo novembre.