ALESSANDRO BENIGNI
Sport

Quale futuro per l’Estra Pistoia. Finire la stagione è possibile

Dal rifinanziamento in extremis alle porte girevoli della squadra: l’obiettivo è arrivare a giugno, poi...

Ron Rowan, presidente del Pistoia Basket

Ron Rowan, presidente del Pistoia Basket

di Alessandro BenigniPISTOIALa delicata situazione di casa Pistoia Basket è in continua evoluzione. Per provare ad analizzarla, capirla e quindi a raccontarla, è opportuno partire dai fatti. Il primo: la società ha attraversato (e non ancora del tutto superato...) una fase di grossa crisi economico-finanziaria, tale da compromettere la sopravvivenza stessa del club e la regolare conclusione della stagione sportiva. L’emergenza è stata tamponata in extremis grazie all’immissione di circa 250mila euro (a seguito di un’altra ricapitalizzazione dei soci d’importo similare, a inizio febbraio) nelle casse societarie da parte del consigliere Joseph David, che ha permesso di evitare la multa per il mancato tesseramento del sesto italiano e di mettersi in regola con le scadenze più impellenti. Come sottolineato – sui toni usati, meglio sorvolare – dal club, "la società al 28 febbraio è in regola con tutte le norme federali e Com.Te.C". Tutto a posto, dunque? Ovviamente no, tanto che nella stessa nota il club ammette di essere al lavoro "per assicurare la continuità aziendale così come prevista dal codice civile". La volontà della proprietà americana è chiara: arrivare in qualche modo a giugno, contenendo dove possibile i costi, per poi capire come uscirne al meglio in estate. Nel mezzo, sul parquet, c’è stata l’impresa sportiva di Napoli, che a sorpresa ha riaperto i giochi per la salvezza, una chimera fino a poche ore prima.

A maggior ragione, dunque, contrariamente a quanto riportato da più parti, la proprietà non ha dato il via a nessun ’rompete le righe’, scegliendo una posizione di attesa. Tradotto? chi vuole restare, può farlo. Chi vuole andarsene altrettanto, a patto che l’addio generi dei vantaggi di carattere economico (risparmio sull’ingaggio e/o un buy-out dalla società acquirente). È in questa chiave che vanno letti gli addii di Christon e Silins, oltre a quello possibile – ma non confermato – di Forrest. Una volta sistemato il quadro di chi parte e di chi resta, si cercherà di capire se e eventualmente come rimodellare la squadra in mano a coach Gasper Okorn, che non è dimissionario bensì disposto a tentare questa ’mission impossible’, sempre che gli sia concesso di farlo alla sua maniera (e in questo senso va letta l’assenza di Maverick Rowan: con il tecnico, ma probabilmente pure con il gruppo, la rottura è totale).

Paradossalmente, quindi, l’Estra Pistoia potrebbe tornare sul mercato: restano due tesseramenti e un visto, dunque teoricamente la società potrebbe acquisire due giocatori, uno straniero non transitato in questa stagione in Italia e un cosiddetto ’vistato’ (o un europeo/italiano, ca va sans dire). Ma qui siamo del tutto nel campo delle ipotesi. Per capirne di più c’è da attendere la nuova seduta del Cda, fissata per venerdì: da lì potrebbero emergere con maggior chiarezza gli intendimenti della proprietà americana, sia per quanto riguarda la stagione sportiva sia sulla posizione del presidente Ron Rowan. E il futuro? In caso di retrocessione, il disimpegno degli investitori a stelle e strisce sarebbe pressoché certo, mentre l’eventuale salvezza potrebbe cambiare le carte in tavola. Quel che è certo è che a Pistoia troveranno solo muri: non solo dai tifosi, ma anche dagli sponsor, che annunciano battaglia. Florence One è stato il primo, altri potrebbero seguire quell’esempio.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su