Il cammino è ancora lungo per arrivare ad essere una squadra che viaggia all’unisono, che ha una sua identità ben marcata e dove tutti hanno ben chiaro quale sia il proprio ruolo, ma anche se Pistoia è uscita sconfitta dal campo di Sassari qualcosa in più si è intravisto; a tratti, ma si è visto. Nel primo tempo e fino a metà del terzo quarto l’Estra, pur giocando una pallacanestro semplice, ha fatto sicuramente di più rispetto a Sassari. I biancorossi hanno provato a giocare di squadra e spesso ci sono riusciti e non è stato un caso, infatti, che abbiano chiuso in vantaggio i primi due quarti e che almeno fino a metà del terzo avessero in mano le redini del gioco. Il calo c’è stato quando Sassari ha provato a rientrare in partita alzando l’intensità in difesa e trovando ottime soluzioni in attacco con un Bendzius versione monstre. Pistoia inizialmente è riuscita a resistere ai tentavi di rimonta degli avversari ma a metà del periodo, con i biancorossi sopra di 9 punti (41-50) è arrivata la svolta. Pistoia, temendo forse che Sassari potesse farcela a recuperare, si è fatta prendere dall’ansia, dalla frenesia di voler chiudere la partita ed ha commesso l’errore più grosso che si possa fare: ha smesso di giocare di squadra. Ognuno ha pensato di ergersi a salvatore della patria ed il risultato è stato quello di vedere una grossa confusione in campo sia in difesa ma soprattutto nella gestione della palla.
Morale, Pistoia ha subito un parziale di 20-5 (61-55) che ha cambiato le sorti della partita. Sassari ha preso fiducia tanto che il canestro è sembrato allargarsi improvvisamente, l’Estra si è vista scivolare via la partita dalle mani. I biancorossi, però, hanno avuto il merito di non mollare e già all’inizio del quarto periodo sono riusciti a rimettere le cose a posto pareggiando i conti (61-61). Da lì in avanti la partita è andata via punto a punto fino ad arrivare agli ultimi secondi finali in cui due errori gravi, purtroppo non i primi della sfida, hanno indirizzato la partita dalla parte della Dinamo. C’è da lavorare e tanto soprattutto nel cercare di dare alla squadra basi solide su cui fare affidamento nei momenti di difficoltà e questo di solito si ottiene grazie alla difesa e concetti chiari in attacco ma soprattutto c’è da creare una mentalità di squadra e di gruppo che deve diventare il punto fermo da cui partire. Tutti aspetti sui quali fino ad ora, per un motivo o per un altro, non è stato possibile lavorare. Un bel daffare per coach Markovski.
Maurizio Innocenti
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