
Monia Monni (foto Germogli)
Firenze, 17 giugno 2023 - Assessora regionale all’Ambiente Monia Monni, tra pochi giorni la Conferenza regionale sull’acqua. Obiettivi del Piano che scaturirà dal confronto tra istituzioni, soggetti pubblici e privati, enti di ricerca?
"La conferenza di lunedì 19 giugno rappresenta un importante momento di confronto durante il quale faremo il punto sulla situazione toscana, racconteremo cantieri e progetti e ascolteremo proposte e idee. L’acqua è uno degli elementi che risente maggiormente dei cambiamenti climatici e per questo è una nostra priorità continuare a lavorare affinché sia sempre più tutelata e valorizzata, perseguendo il duplice obiettivo della tutela dell’acqua e della tutela dall’acqua. Un obiettivo così importante si può raggiungere solo con il più ampio coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici, privati, del mondo dell’associazionismo, in particolare ambientalista, delle università e degli ordini professionali".
Promette che il Piano sia uno strumento operativo, agevole e di immediata utilità e non una dichiarazione di intenti che rimane sulla carta?
"Un buona pianificazione è caratterizzata da un quadro conoscitivo adeguato e da obiettivi chiari, declinabili e realizzabili in un arco temporale certo. Non sono interessata a “lastricare” il Piano di “buone intenzioni”. Al contrario voglio offrire alle toscane e ai toscani un piano di azioni concrete che contribuiranno ad assicurare l’adeguamento ai cambiamenti climatici in atto reso sempre più urgente dagli eventi ai quali assistiamo quotidianamente".
Il cambiamento climatico ci dice che non c’è tempo da perdere. Il Piano di tutela dell’acqua e quello della transizione ecologica come potranno incidere per una maggiore salvaguardia?
"E’ necessario agire sia sulla capacità di adattamento dei territori che sulla causa delle trasformazioni in atto, ossia azzerando le emissioni di CO2 responsabili dei cambiamenti climatici. Il Piano di Tutela dell’Acqua indicherà gli interventi necessari, le risorse finanziarie disponibili, il soggetto attuatore e i tempi di realizzazione per intervenire per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale nelle acque interne e costiere e garantire un approvvigionamento idrico sostenibile nel lungo periodo e per le generazioni future. Sarà uno strumento che dialogherà con i vari documenti operativi di difesa del suolo che ogni anno mettono a terra gli interventi per migliorare la sicurezza dei nostri territori. Dall’altra parte, invece, il Piano della Transizione Ecologica rappresenterà il salto di qualità della Regione nella programmazione incentrata sulla tutela dell'ambiente e della sostenibilità. Sarà anch'esso un piano concreto, tanto che misurerà l'efficacia delle azioni messe in campo "conteggiando" la CO2 evitata e quella assorbita, anche dalle foreste urbane che pionieristicamente questa Regione ha già finanziato, oltre due anni fa, per quasi 10 milioni di euro".
L'acqua è risorsa: come proteggerla? E come riutilizzarla come si fa con gli scarti urbani e industriali?
"Non disperdere l'acqua significa evitare gli sprechi, ridurre le perdite di rete, favorire le infrastrutturazioni, realizzare invasi da impiegare nei periodi di maggiore siccità e fare investimenti sulla depurazione e sul riuso, anche industriale. Grazie ad un lavoro costante di gestori e Autorità Idrica, da alcuni anni si è invertito il trend dell’aumento delle perdite e, dal 2018 al 2021, in Toscana si sono prelevati dall’ambiente 26 milioni di mc in meno. I fondi PNRR che i gestori del servizio idrico sono riusciti ad assicurarsi velocizzerà il processo di efficientamento del sistema e l’ammodernamento delle condotte. Il riuso di acque reflue depurate è un ulteriore elemento da valutare per ridurre i prelievi di acque del sistema ambientale preservandole in situ o per poterle dedicare ad altri usi. In generale ciò è possibile mediante ulteriori affinamenti del trattamento già predisposto nel depuratore, ma anche garantendo la distribuzione attraverso acquedotti irrigui/industriali e una governance del sistema che induca e incentivi gli utilizzatori a fruire di tale risorsa".
Ma ci sono leggi che non vengono incontro al riuso di acqua anche nel nostro territorio come quella ripulita dagli impianti di Prato. Eppure l'acqua è fondamentale se si pensa appunto al distretto tessile, a quello della floricoltura pistoiese e a quello della carta di Lucca.
"E' vero, la regola deve essere il riutilizzo dell'acqua, riducendo i prelievi dalla falda e favorendone l'impiego efficace ed i grandi distretti industriali stanno facendo la loro parte. Quello che stiamo vivendo è un momento di riordino importante della normativa europea sul riuso agricolo, che il 26 giugno entrerà in vigore e dovrà poi essere recepita nella normativa italiana. Si tratta di una normativa complessa e innovativa, che estenderà la possibilità di riuso anche ad altri settori e la regolerà permettendo di realizzare questa prassi gestendo in maniera dinamica sia le tematiche tecniche, che di tutela della salute, con i piani di sicurezza del riuso. Ad oggi l’Autorità di Bacino distrettuale appennino settentrionale sta studiando la possibilità di riuso per il comparto vivaistico pistoiese che, insieme ad altri comparti industriali, potrebbe essere un settore fondamentale dove implementare questa opportunità".
L'acqua va anche gestita rispettando la natura e le esigenze del territorio. Ha avuto paura quando ha visto cosa è successo in Emilia Romagna e nel nostro Alto Mugello che una situazione del genere possa ripetersi?
"La domanda, purtroppo, non è se si ripeterà un evento come quello che ha colpito l’Emilia Romagna, ma quando si ripeterà. Il nostro è un territorio dalla natura fragile, ma abbiamo studiato e conosciamo bene le fragilità e questo ci consente di rendere massimamente efficace il lavoro quotidiano di mitigazione degli effetti di piogge estreme che con i cambiamenti climatici sono sempre più frequenti. Ma non voglio raccontare bugie: la sicurezza assoluta, in tema di alluvioni, non esiste. Allo stesso tempo non voglio essere fatalista e sono convinta che, con il contributo di tutti, gli effetti disastrosi si possono contenere. Anche come cittadini non possiamo più rinviare l’adozione di comportamenti corretti: quanti hanno conoscenza se la propria casa è in una zona soggetta a rischio idraulico oppure no? Quanti hanno preso informazioni su cosa prevede il Piano di Protezione Civile del proprio comune? Il Codice di Protezione Civile definisce i cittadini elemento del sistema e assegna loro un ruolo attivo nel contenimento dei danni: i nostri comportamenti consapevoli ed adeguati sono fondamentali, soprattutto in termini di rischio sulle vite umane".
Fiumi e torrenti: le casse di espansione sono la nostra salvezza. A che punto siamo in Toscana? Quelle realizzate lungo il corso dell'Arno sono state prese d'esempio. La ricostruzione nella provincia di Massa Carrara è stata virtuosa. Bisogna fare di più ancora, però.
"Se mi permette un paragone con l’atletica, la realizzazione di interventi per la mitigazione del rischio idraulico non è una corsa veloce, ma una maratona. La mia preoccupazione non è tanto di fare uno “sprint”, ma quella di mantenere un passo sostenuto, come quello degli ultimi anni, per dare continuità a un percorso lungo come quello che è necessario per ridurre il rischio. Manutenere le opere esistenti è importante quanto realizzarne di nuove. Per questo, accanto ai 500 milioni di nuove opere in corso, ogni anno investiamo, grazie ai Consorzi di Bonifica, quasi 100 milioni in manutenzioni. Inoltre è sempre più evidente lo sforzo di realizzare opere che rispettino la vocazione ecologica dei territori dove si innestano, con un’attenzione importante sia alla biodiversità che alla fruizione, affinché non siano solo aree sottratte e sospese in attesa di contenere una piena. Allo stesso modo le manutenzioni dei nostri consorzi sono sempre più gentili e meno aggressive, proprio in quell’ottica ecosistemica ed integrale che sta alla base della sostenibilità".
Siccità, il lago di Bilancino cosa ci ha insegnato?
"Che con una diga come Bilancino o come Montedoglio gli effetti della siccità sono molto mitigati per i territori a valle dell’invaso. Per questo è necessario realizzare invasi di analoghe dimensioni anche nel bacino dell’Ombrone Grossetano e nella Val di Cecina. Se vogliamo essere più tranquilli durante i periodi siccitosi dobbiamo realizzare, pochi, grandi invasi. Su questo faremo chiarezza con il Piano di Tutela delle Acque. Mi permetta di ricordare che Bilancino non ha solo effetti per la siccità ma ha anche una capacità di laminazione delle piene. Invasi così importanti producono benefici sia per la crisi idrica che per le alluvioni".
In ultimo la gestione del bene acqua: in Toscana sta prendendo piede la Multiutility dei servizi con la partecipazione pubblica maggioritaria. E' un progetto vincente?
"Certamente le aggregazioni dei soggetti pubblici sono processi che possono generare benefici e vantaggi gestionali, aumentando efficienza e generando economie di scala. Sull’acqua il percorso sarà lungo e inizialmente coinvolgerà solo Publiacqua, dato che tutte le altre concessioni sono ancora abbastanza distanti dalla scadenza naturale, di cui la prima sarà quella di Nuove Acque, che scade nel 2029".