ALESSANDRO PISTOLESI
Politica

Cantiere centrosinistra, gli ex sindaci in panchina: “Toscana, sì al campo largo. Lo chiedono gli elettori”

Brenda Barnini (Pd), finito il mandato a Empoli, lavora all’Unione Valdera. Per lei l’endorsement di Giani: "Bene, ma prima pensiamo a sanità e sociale"

Brenda Barnini, ex sindaca di Empoli

Brenda Barnini, ex sindaca di Empoli

Empoli, 29 luglio 2024 – Senza scomporsi è passata dalla scrivania di sindaca a Empoli all’ufficio comunale di Pontedera dove in questi giorni ha preso servizio dopo aver vinto nel 2022 il concorso pubblico istituito dall’Unione Valdera. Concluso il secondo mandato, è finita anche l’aspettativa. E ora Brenda Barnini, responsabile politiche sociali e welfare del Pd toscano, è una dipendente comunale a tutti gli effetti, con contratto a tempo pieno e indeterminato. Nessun contratto invece con la politica, ma l’impegno e la passione sì, restano certamente a lungo termine. Con uno sguardo sempre rivolto alle prossime sfide.

Barnini, nel 2025 si vota per le regionali: è giusta la strategia del campo largo?

"Intanto dobbiamo vedere cosa accadrà in Umbria, Emilia Romagna e Liguria. Dobbiamo superare le modalità con cui sono state affrontate le regionali in Basilicata e Sardegna".

E in Toscana?

"Penso che il campo largo sia un obiettivo giusto e su cui bisogna lavorare".

Quanto largo?

"Se penso alla raccolta firme contro l’autonomia differenziata vedo che da Iv fino ad Avs e M5S stiamo facendo tutti la stessa cosa. Il passaggio ulteriore è trasformare un processo di unità per opporsi a una riforma del governo Meloni in un’unità che si basa sulle proposte. Credo ci sia un’ottima base di partenza".

Cosa è cambiato rispetto al passato?

"Dopo due anni di governo Meloni, la richiesta di rompere gli argini della propria identità arriva dal basso, dagli elettori, e credo che i gruppi dirigenti facciano bene a tenerne di conto".

Quindi vede possibile una coesistenza tra Iv e grillini?

"Per la Toscana se questa volontà c’è si potrà misurare nei prossimi mesi, a partire dalla difesa della sanità pubblica, elemento caratterizzante".

A Prato Pd e M5S si sono messi insieme già alle ultime amministrative. A Empoli e Firenze no. Perché?

"La coalizione fatta a Prato è l’inizio di una nuova stagione che mette in discussione anche il profilo originario del M5S. Magari a Prato ci sono arrivati prima per una serie di circostanze territoriali o di persone".

Il nome del front man, Eugenio Giani, sarà messo in dubbio?

"Penso che, come ha già detto il segretario regionale Fossi, il Pd possa ripartire dalla sua ricandidatura".

Su quali temi si giocherà la sfida con la destra?

"Sanità e politiche sociali: siamo una Regione che invecchia più delle altre, ha bisogno di servizi di prossimità che si basano sempre di più su pubblico e terzo settore. Anche lo sviluppo delle infrastrutture è cruciale".

Da sindaca ora è dipendente comunale. Che effetto fa?

"Mi trovo bene, sono abituata ad affrontare i cambiamenti. Quando non hai un ruolo istituzionale recuperi la libertà di fare politica con gli strumenti anche più informali".

E tra un anno come si vede?

"Mi metterò a disposizione da dentro la segreteria regionale per dare un contributo nell’elaborazione del programma e nel confronto con le parti sociali, poi il destino personale sarà quello che sarà in base alle esigenze del partito".

Le parole di Giani per lei sembravano un endorsement...

"Era un auspicio e lo prendo come tale, ci sono tanti passaggi ancora da fare, voglio dare il mio contributo a una sfida collettiva, è sbagliato partire dalla domanda “dove mi colloco?“. La politica è un mettersi a servizio degli altri".