
Sara Funaro durante la presentazione della sua candidatura al Palazzo dei Congressi
Firenze, 21 gennaio 2024 – C’è entusiasmo nel Pd in Toscana per la prima uscita di Sara Funaro da candidata sindaca a Firenze: per la sua investitura la sala Rossa del Palazzo dei Congressi non è stata abbastanza capiente. La pozzanghera di sudore è stata asciugata dal vento, perché la vigilia era stata con le ginocchia tremule, tanto che il segretario regionale dem, per concentrarsi sulle questioni nostrane, aveva rinunciato al ritiro eugubino dei deputati Pd nell’ex monastero cappuccino. Il day after è travolgente ma non privo di riflessioni, la situazione fiorentina assomiglia sinistramente a quella pisana del 2018 quando il Pd fu costretto – dopo la debacle a Palazzo Gambacorti – a fare ammenda, ammettendo che il partito non era stato in grado "di capire per tempo gli avvertimenti che gli elettori avevano inviato negli ultimi anni". Dentro il Pd sono più d’uno i grilli parlanti che oggi ripetono queste frasi rischiando di essere schiacciati. Ma ora – e da un pezzo ormai – si pensa anche alle candidature per le Europee.
A destra e a manca se per la campagna elettorale non è mai troppo presto e ormai la modalità dei partiti è sempre ’on’, per l’ufficializzazione dei nomi dei candidati da sguinzagliare nelle corse ai troni della politica ognuno ha il suo momento giusto, anche se poi le scadenze danno il time out .
Il nome certo del Pd è quello di Dario Nardella, sindaco uscente e uomo forte in casa dem in questo momento. Pur con qualche colichetta e una ’scissioncina’, come hanno ribattezzato l’uscita dal Pd dell’ex assessora Cecilia Del Re (e dei ‘suoi’ dal consiglio comunale), al quartier generale Meme Auzzi in via Forlanini a Firenze, Nardella è riuscito ad affermare il nome di Funaro per la corsa alla sua successione. Il lavorìo con le correnti l’ha spinto avanti, ma ora c’è un nuovo scoglio. Da Roma i rumors vorrebbero al fianco del sindaco fiorentino un altro candidato portatore d’acqua: formalmente non sono mai stati in corsa ma tantomeno accantonati il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo e il sindaco di Prato Matteo Biffoni. Ora una leggera preferenza dei riformisti sarebbe rivolta proprio al sindaco pratese che, in campagna elettorale per le Europee potrebbe accendere i motori per trainare anche il candidato sindaco della città del tessile – la decisione è ancora di là da venire.
Il collegio toscano per conquistare il seggio a Strasburgo è quello affollato del centro Italia insieme a Lazio, Marche e Umbria. Gli eletti ballano in base alla percentuale che il partito poterà a casa: cinque, sei? E alla Toscana ne toccherà molto probabilmente uno. Disperdersi su più nomi potrebbe essere rischioso per Nardella. Anche se, tra le righe, spunta l’ipotesi che possa cercarsi in Toscana anche il nome di una donna. La questione dei segretari capilista ubiquitari è ancora aperta e tutta da giocare, con Elly Schlein impegnata in uno slalom gigante. Ma riaccapa il nome di Luigi Zingaretti, l’ex segretario che ha molte simpatie anche in Toscana dove ha il suo buen retiro a Capalbio.
Per Italia Viva il senatore Renzi ha il suo bel daffare per superare la soglia di sbarramento, ma alla Leopolda farà i fuochi d’artificio. Per l’Europa tocca all’uscente Nicola Danti riprovarci.
Nel centrodestra malumori si agitano in casa della Lega: il vicepremier segretario Matteo Salvini avrebbe indicato come capolista il generale Roberto Vannacci per tutti i collegi del centro, del sud e delle isole. Sempre per questione di numeri, una tattica non troppo favorevole alla parlamentare europea uscente Susanna Ceccardi, l’ex leonessa di Cascina che aveva rivaleggiato con Giani alle regionali 2020. Il nome toscano in quota Lega è il suo.
Dovrà fare una bella battaglia per affermarsi il partito di Tajani. Forza Italia ha già deciso che manderà in trincea Jacopo Ferri, l’avvocato sindaco di Pontremoli, ex consigliere regionale.
Mentre se per le Europee dalle parti di Fratelli d’Italia ci sono solo certezze – il nome di Francesco Torselli è blindato – oggi a Firenze si celebra il congresso locale del partito del premier Meloni. Un congresso che arriva un bel po’ fuori dai tempi regolamentari ma che porta in città lo stato maggiore di FdI. Se a fare gli onori di casa ci sarà il responsabile nazionale dell’organizzazione del partito Giovanni Donzelli, saranno con lui anche la segretaria Ariana Meloni e il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. Porteranno dal museo di Napoli l’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt e ufficializzando la sua candidatura a Palazzo Vecchio dare una bella scossa al Pd fiorentino? Manca poco per togliersi la curiosità.