DAVID ALLEGRANTI
Politica

"Troppe sviste a sinistra, ma la destra non è pronta. Ora tutti uniti per Funaro"

L’ex sindaco Pd Leonardo Domenici

Leonardo Domenici

Firenze, 24 maggio 2024 – “Non faccio politica da più di 10 anni e non sono iscritto ad alcun partito”, premette Leonardo Domenici. L’ex sindaco di Firenze - per due mandati - dice subito di essere “preoccupato”.

Perché preoccupato?

“Per la prospettiva politica della città”.

Pensa che la sinistra possa perdere?

“Potrebbe accadere. Vedo una destra apparentemente più competitiva rispetto al passato, anche se più per i demeriti del centrosinistra che per i meriti del centrodestra. Se al primo turno ci sono troppe tensioni, il ballottaggio potrebbe essere un terno al lotto”.

E quindi lei che cosa farà?

“Io voterò convintamente Sara Funaro al primo turno e a maggior ragione al ballottaggio, che probabilmente ci sarà”.

Che cosa non la convince degli altri candidati?

“Vedo una campagna elettorale in cui è necessario alzare lo sguardo, e questo vale per tutti i candidati. Questa città merita pensieri in grande e non piccolezze. La politica è fatta di gerarchie e di priorità. I pali della tramvia, di cui si occupa Eike Schmidt, arrivano al decimo posto. La città è nel bel mezzo di trasformazioni profonde. Alcune di queste sono guidate e volute, come la tramvia e la tav; quest’ultima libererà i binari di superficie e creerà nuove opportunità di trasporto su ferro nell’area metropolitana. Altre trasformazioni sono subìte e legate a fenomeni globali: il clima, l’immigrazione, una certa tendenza a mercificare la città. A queste sfide non si può rispondere con una campagna elettorale ‘dentro le mura’. D’altronde, non si respira solo con il naso ma soprattutto con il pensiero”.

Vede il ritorno della “Firenzina”, insomma?

“Il cittadino ha il diritto di lamentarsi e di protestare per il problema immediato, come il traffico e la sicurezza. Problemi che esistono, naturalmente. Chi si candida a governare deve dare risposta ai problemi, ma ha il dovere di una visione che vada oltre l’immediato. In questa città è necessario aprire un capitolo nuovo”.

Firenze deve archiviare l’epoca Nardella?

“Servono progetti ambiziosi che parlino soprattutto ai giovani. Firenze ha bisogno di tre rivoluzioni: verde, femminile e del dialogo”.

Partiamo dalla prima.

“La prima riguarda il clima. È un contenitore dentro il quale ci sono varie questioni: il trasporto pubblico, il turismo sostenibile, la riscoperta dell’anima sociale della città. Bisogna mettere a freno il processo di mercificazione. Firenze diventi la prima città italiana a dotarsi di un programma che entro il 2030 porti alla neutralità climatica. Dobbiamo essere un po’ visionari: serve una foresta metropolitana”.

E la rivoluzione femminile?

“Il protagonista di queste elezioni non è Schmidt. Le vere protagoniste sono tre donne: Sara Funaro, Stefania Saccardi e Cecilia Del Re. È un fatto straordinario: finalmente una sindaca a Firenze. Queste donne che si sfidano, tuttavia, devono vedere le convergenze possibili oltre le divergenze attuali; una disponibilità che è necessaria sia da parte di chi non potrà fare la sindaca, sia da parte di chi può diventarlo e deve quindi avere maggiore capacità di inclusione”.

È stato un errore del Pd la rottura con Del Re?

“Non mi esprimo su questo. Parto dalla situazione attuale. Quello che è successo è successo. Adesso c’è il presente ma soprattutto c’è il futuro. Per questo però parlo di rivoluzione del dialogo”.

Un dialogo a sinistra?

“Non solo. Bisogna riprendere un’idea secondo la quale le città sono dei luoghi dello spirito umano. Firenze deve tornare a sentirsi questo. Non perché vengono i turisti a vedere i monumenti, ma per quello che rappresenta: Firenze è la città del dialogo. C’è la guerra, c’è un mondo che va a rotoli e noi abbiamo bisogno di luoghi in cui si possa riprendere il dialogo fra Stati, popoli e religioni. Chi fa la campagna elettorale deve essere positivamente visionario”.

Ma perché Schmidt non le piace?

“La destra non è ancora pronta per governare la città. A me piacerebbe una destra più moderna e aperta e Schmidt è uno sforzo di novità da apprezzare. Non lo conosco, ma penso sia una persona di qualità. Questo però non basta a farne la scelta più appropriata per la carica di sindaco. Io non vedo un fenomeno Schmidt. D’altronde il sondaggio di Pagnoncelli lo dà al 34 per cento. Ricordo che il professor Scaramuzzi, persona che ho sempre stimato e rispettato, e che fu mio avversario nel 1999, aveva un profilo civico, come Schmidt. Prese quasi il 36 per cento”.

Il Pd dunque dovrà cercare un accordo con Saccardi e Del Re?

“Io voto Sara Funaro. Voto la persona. Quindi penso che lei per prima dovrà cercare un accordo politico. Penso che Sara Funaro possa essere interprete della svolta che serve alla sinistra e alla città”.

Domenici, è pronto a tornare nel Pd?

“No, non tornerò a fare politica né mi iscriverò a un partito. Voterò il Pd alle Europee perché c’è Elly Schlein e darò la mia preferenza a Camilla Laureti”.

E in Comune?

“Io voto Funaro. Per le liste ancora non lo so. Non è nemmeno detto che voti una lista”.