LUIGI CAROPPO
Politica

Verso le elezioni regionali in Toscana, la sfida del centrodestra: partiti coesi e rete civica. Spunta l’ipotesi primarie

La coalizione a trazione FdI sa che la partita è difficile dopo le vittorie dem. Barabotti (Lega): "Il nome giusto? Applichiamo il modello Usa ai nostri territori"

Firenze, 25 giugno 2024 – E’ già iniziata la campagna elettorale del centrodestra. Con la convinzione che la "sfida delle sfide" per conquistare la Regione è una partita durissima perché i risultati delle amministrative (e delle Europee) ridanno vigore alla roccaforte del centrosinistra nel triangolo Fi-Po-Li (a guida, riconfermata, Pd). Insomma bisogna serrare le file e trovare formule anche innovative rispetto al 2020. Per incidere davvero e provare a lasciare il segno.

Le certezze ci sono. La prima è la coalizione (a trazione sempre più Fratelli d’Italia con Forza Italia in ripresa e Lega in pausa di riflessione): abbastanza coesa con un equilibrio definitivo da ritrovare, appunto, nel post voto. La seconda è la forza che sprigiona potenzialmente il settebello toscano dei sindaci di centrodestra. E’ stata proprio la rete civica messa in piedi dal sindaco di Pisa Michele Conti a dare il là alla campagna elettorale dopo il primo turno delle amministrative. Non tutto è filato liscio ma presto la sinergia è stata ritrovata dopo qualche fibrillazione tra squadra dei primi cittadini e FdI (nella figura del consigliere regionale Diego Petrucci).

Insomma si rema tutti dalla stessa parte. Aspettando una conferenza programmatica e un altro appuntamento (ad Arezzo a settembre) delle liste dei sindaci. Intanto Michele Conti e i colleghi di Arezzo, Alessandro Ghinelli, di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, di Lucca, Mario Pardini, di Massa, Francesco Persiani, di Pistoia, Alessandro Tomasi, e di Siena, Nicoletta Fabio, suonano la carica e non ne lasciano passare mezza al presidente della Toscana Eugenio Giani. Ieri l’attacco sulla sua posizione sul provvedimento governativo dell’autonomia differenziata.

“Appare già grave - scrivono in relazione all’intervista pubblicata sul Tirreno - che un presidente di Regione si autoproclami capofila di una rivolta contro una riforma del Governo in votazione al Parlamento, ma ciò che travalica i margini del leale rapporto tra istituzioni facendo, purtroppo ma inesorabilmente, perdere a Giani il ruolo istituzionale e con esso la credibilità, è la successiva considerazione che lo porta a dire che lavorerà negli ultimi mesi del suo mandato in sintonia con la maggioranza dei sindacì di centrosinistra, presumendo che sarà questo l’esito dei ballottaggi, per ‘poter dare concretezza a tanti progetti’. Esiste quindi una relazione privilegiata tra il presidente della Regione e i sindaci del Pd? Esistono progetti condivisi per i territori governati dal Pd a differenza degli altri? Esistono pesi e misure diverse? I sindaci non Pd, e con essi i loro municipi, devono aspettarsi percorsi a ostacoli? Dobbiamo aspettarci una Regione ‘nemica’ solo perché rappresentiamo l’alternativa al Pd?". Da qui la richiesta di rettifica dei sindaci di centrodestra "da parte di Giani" affinché si "ristabilisca un giusto clima di serenità e fiducia reciproca, oltre a restituire a sé stesso quel profilo di imparzialità, neutralità e di leale collaborazione istituzionale che è venuto meno con questa intervista: siamo fiduciosi che ci sarà confidando che il presidente regionale, a cui va invece la nostra stima istituzionale, ovviamente fino a prova contraria, non vorrà trasformare la Regione in un avversario politico per molti rappresentanti delle istituzioni, disposto a guardare prima ai sindaci ‘amici’ e poi a tutti gli altri".

Sul fronte delle strategie da mettere in campo Lega e Forza Italia sono da una parte, Fratelli d’Italia da un’altra. Alessandro Tomasi è il candidato in pectore di FdI e di Giovanni Donzelli in particolare, stimatissimo pure dal neo europarlamentare Francesco Torselli. Ma gli altri due partiti non la pensano proprio così. Marco Stella, coordinatore di Forza Italia, ritiene che "ci siano anche altri nomi" mentre Andrea Barabotti, deputato toscano della Lega lancia le primarie del centrodestra. "Dobbiamo mettere in campo una versione Usa delle primarie per individuare il candidato migliore, condiviso sul territorio - ha detto ieri nella trasmissione post voto di Rtv 38 - Dobbiamo partire da una rosa di nomi per arrivare ad un testa a testa finale da cui scegliere il nome giusto". E anche lui ha sintetizzato: "Tomasi? Ci sono anche altri nomi...". Come dire mettiamoci intorno a un tavolo e parliamo: prima di progetti, poi di strategie e infine di interpreti adeguati.