Francesco Ingardia
Politica

Regionali Toscana: Giani avanti, tutti i possibili sfidanti del centrodestra

Secondo appuntamento con il sond aggio condotto dall’istituto Emg commissionato dall’acquirente Toscana Tv. Ecco il quadro che emerge dai dati raccolti

Eugenio Giani e Alessandro Tomasi (Luca Castellani/Fotocastellani)

Eugenio Giani e Alessandro Tomasi (Luca Castellani/Fotocastellani)

Firenze, 26 febbraio 2025 – Se la Toscana andasse al voto domani? Eugenio Giani e il centrosinistra vincente al primo turno senza bisogno di allearsi con il Movimento 5Stelle col 52%, contro il 38,5% del centrodestra (se e solo se) con il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi candidato. È questa la sintesi massima del sondaggio condotto dall’istituto Emg commissionato dall’acquirente Toscana Tv. Ormai giunta al secondo appuntamento, dopo la prima divulgazione nel mese di gennaio, con rilevazioni raccolte tra il 18 e 20 febbraio sulla base di un campione di mille unità.

Un campione che fa emergere, in apertura, il dato percepito sulla qualità della vita in Toscana: l’87% si ritiene soddisfatto. Affluenza stimata? 55%, sette punti sotto il risultato dell’ultima tornata del 2020. A questo giro, i candidati non sono ancora stati ufficializzati. Ma nel centrodestra il favorito resta il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. Pronto a sfidare il governatore uscente del Pd, sostenuto dal centrosinistra, Eugenio Giani.

Si allarga la forbice di scarto in caso di campo larghissimo (da Italia Viva ai pentastellati) allestito dal governatore uscente: 55,5% contro 38,5%. In trenta giorni le quotazioni del governatore uscente Giani crescono in entrambi gli scenari: di mezzo punto coi 5S, di un punto secco senza.

Lo stesso non si può dire per il coordinatore regionale di FdI Tomasi, che tanto sbraccia in questi giorni per incassare la benedizione da Roma e dagli alleati per uscire allo scoperto come sfidante anti Pd: un punto lasciato per strada alla truppa di Beppe Conte compiuto lo strappo con Elly Schlein, un punto e mezzo distribuito tra Giani e un ‘altro candidato’. Per la base orientata a destra, un elettore su due ritiene sia il nome più spendibile.

Ma Emg immagina un terzo scenario, che frantumerebbe l’unità del destra-centro, con la scheggia impazzita di Roberto Vannacci in campo alla conquista della Toscana, dato (per adesso) al 4%. A domanda diretta, il generale glissa con un bel «vedremo», perché «la sorpresa è il principio dell’arte della guerra, che prima si vince poi si combatte». Senza celare il mal di pancia per la scelta del direttivo regionale della Lega di puntare sulla candidatura della delfina di Susanna Ceccardi, Elena Meini. Perché non coinvolto nel processo decisionale guidato dal segretario regionale del Carroccio Luca Baroncini. Per i leghisti doc, meglio puntare su un profilo aziendalista di partito. Non per i vannacciani, che bramano una ‘Toscana al contrario’ con una candidatura di rottura riconoscibile e respiro nazionale. Che non sia quella duplex e di reazione varata da Forza Italia col ticket Stella-Bergamini, ma neanche quella di Tomasi. Figurarsi quella di Meini: «Di lei non mi convincono moltissime cose», ha sottolineato su La Nazione lo stesso Vannacci. Il quale insidia a pochi giorni dalla circolazione del suo nome tra i corridoi dei palazzi della politica toscana il meloniano Tomasi alla voce ‘conoscenza e fiducia’.

Cresce di tre punti il livello del sindaco di Pistoia (dal 44 al 47%), ma il 37% «per sentito nominare». Solo l’1% degli intervistati può dire di conoscerlo «molto bene». Vannacci è dietro l’angolo, al 44%. Seguono come outsider l’ipotesi (improbabile) sempre in quota Lega di Giovanni Galli (35%) e il forzista Stella al 24%. Incluso pure l’istrionico sindaco di Grosseto Vivarelli Colonna, due punti avanti al cavallo ufficiale della Lega Elena Meini (22%). Al centrodestra, comunque, serve calma e gesso. Sciogliere al più presto la riserva sul nome e lavorare sul margine di 10 punti che lo separano dal centrosinistra (40% contro il 51%), nel rispetto dei valori partitici (FdI primo col 23%, seguito da FI al 7%, Lega al 5,5%). Fieno in cascina potrebbe portare una (o più liste) civiche. Tomasi, in sordina, ci sta lavorando da tempo facendo la spola tra Pistoia e Firenze. La campagna acquisti ha già portato l’endorsement della Lista Schmidt e la disponibilità a correre del consigliere di Palazzo Vecchio Massimo Sabatini.

Preoccupano piuttosto, due dati evidenziati dal sondaggio: solo il 15,7% dell'elettorato si colloca a destra. Dal momento che quasi un toscano su due (44%) ritiene che l’avvento delle tre destre al governo della Regione non possa realizzarsi per mito del fortino rosso inespugnato. Toccherà passare dal ‘corpaccione’ al Centro, pesato sulla bilancia al 19,1%. Lo stesso spazio puntato da Eugenio Giani. Che già ha fatto suo il polo laico riformista, da Azione ai Repubblicani, in attesa che il Pd si faccia avanti con la nomina, e non il contrario («Non è il mio compito porre il tema, è la coalizione progressista che me lo chiederà»). D’altra parte i numeri sono rassicuranti - +4 punti su fiducia e conoscenza del profilo (39 e 67%), 70% di gradimento sul primo mandato (47% dentro il centrodestra) - e le mire sul campo larghissimo, quasi. Anche perché il 42% gli elettori Pd mettono al primo posto come alleato il M5s, poi Avs e Iv. Il 93% dei renziani non ne vuole sapere di correre da solo, ma i contiani restano spaccati. Tra il 50% anti e il 50% filo Pd.

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