Firenze, 6 agosto 2024 – “Ecco, ora qui giro a sinistra. Ovviamente". Perfino gli incroci stradali, che d’altronde vantano una vasta letteratura sulle scelte dell’esistenza quando si arriva a un bivio, confermano a Dario Danti qual è la direzione – ostinata e contraria – da intraprendere ogni volta. E il segretario regionale di Sinistra italiana imbocca la direzione che sarà anche l’impronta che porterà in dote nel laboratorio settembrino del dem Emiliano Fossi per disegnare il progetto politico per il voto del ’25.
Danti, parte il cantiere del centrosinistra toscano.
"Sì e qui c’è un punto politico sul quale vorrei soffermarmi – ci risponde mentre accompagna il gatto Leone dal veterinario – Ho apprezzato molto l’iniziativa di Fossi che ha finalmente indivuato la formula giusta, quella di immaginare questa regione per il 2030, anzi vado oltre, per il 2050. Prima le idee e le proposte. Poi i nomi".
In un campo largo o larghissimo?
"Sono un po’ allergico a queste definizioni. Vorrei solo che nascesse un reale laboratorio per la Toscana del futuro, ma che vada oltre i partiti, oltre perfino le forze sociali con le quali dialoghiamo come Cgil, Arci, Legambiente, e torni alla gente, al popolo. Anche con primarie delle idee. Non poniamo veti".
Neanche ai renziani?
"Beh, mi pare che siano stati gli elettori a porli a loro certificandone ormai un’irrilevanza politica".
Un po’ severo.
"D’altronde se una volta stai con il centrodestra, un’altra con il centrosinistra, là provi a entrare in giunta e di qua fai lo sgambetto alla fine si capisce che non hai un progetto politico... Fossi ha detto giustamente che i campi sono due. O si sta da una parte o dall’altra. Ora Italia Viva sceglie il centrosinistra, ma mi pare un ravvedimento un po’ tardivo".
Diceva prima le proposte e in ultimo i nomi.
"Certo. Mi piace l’idea di resettare, di ripartire da zero con idee nuove per il sociale con il welfare, la tutela dell’ambiente con i volumi zero e le riconversioni, il lavoro con il salario minino, la sanità con l’abbattimento delle liste d’attesa. Poi, una volta definito il perimetro, potremo pensare alle figure che meglio possano interpretare il progetto".
Mi pare di intendere che non vedrebbe di buon occhio un Giani bi s.
"Non è questo il punto. Io dico che c’è un nuovo percorso che muove da Pd, Avs e 5 Stelle, una coalizione premiata dagli elettori e senza la quale non c’è una svolta progressista. Non vogliamo trovare la tavola già apparecchiata".
Non crede che Giani possa farsi interprete di uno spostamento a sinistra?
"Le rispondo da laico. Le vie del Signore sono infinite".
Su alcuni temi chiave però tra voi e i dem ci sono profonde divergenze. Penso alla pista di Peretola.
"Non c’è solo quel tema, dove si vedrà cosa succederà con la valutazione di impatto ambientale, ma anche altri punti irrisolti. Noi ci battiamo per esempio anche per dare finalmente corpo al progetto del Parco delle Apuane. Però poi noi tutti dobbiamo capire che è necessariopartire dalle cose che ci uniscono, che sono molte di più di quelle che ci dividono. Un po’ come accaduto a Firenze dove abbiamo applaudito la prima mossa della sindaca Funaro di rimettere un freno agli Airbnb e dove sosteniamo con forza le tramvie. E poi non dimentichiamoci mai una cosa".
Ci dica.
"Il vero obiettivo comune deve essere combattere le politiche del governo Meloni che sta facendo tagli pazzeschi agli enti locali, sta azzerando i contributi agli affitti e togliendo le tutele sociali e sanitarie alla gente".