OLGA MUGNAINI
Politica

Europee, Antonio Natali (AVS): “Pace e cultura fanno la libertà dei popoli”

Le consultazioni per la scelta dei nuovi deputati per Bruxelles. Le parole del candidato per AVS-Alleanza Verdi e Sinistra

Antonio Natali

Antonio Natali

Firenze, 7 giugno 2024 – ”Credo che sia un momento di grande travaglio, per non dire pericoloso", dice Antonio Natali, che corre alle europee per AVS-Alleanza Verdi e Sinistra.

Per questo ha deciso di candidarsi?

"Da uomo del ’900 ho conosciuto fasi drammatiche e tragiche, ma alla fine, in quelle gravi circostanze, l’Italia si compattava perché il pericolo era avvertito come se provenisse da un corpo estraneo. C’era da combattere un nemico che quasi appariva comune. Ora no. Ora si tratta di un’ideologia minacciosa per la libertà, che non è fuori, ma dentro lo Stato, anzi lo governa".

E cosa serve?

"La condivisione ideale con le forze che vi s’oppongono non basta più. È arrivato il momento di metterci la faccia e dichiarare con chiarezza quali siano i principî che regolano la nostra etica. Non si tratta perciò di promettere quello che faremo, promettere è cosa che fanno tutti, ma di mostrare quel che s’è fatto nell’ambito delle proprie competenze".

Lei è un illustre storico dell’arte che per molti anni ha guidato gli Uffizi.

"Chi mi conosce sa quale contegno abbia tenuto quando dirigevo gli Uffizi; ho cercato di concretare la mia aspirazione a consolidarne la sostanza e il valore d’istituto celebrato nel mondo. E ho anche fortemente avvertito l’esigenza d’esaltarne la forza culturale centrifuga, portando nei paesi opere importanti del museo, meno note o ignote".

Fra le tante cose, quale le piace ricordare?

"‘La città degli Uffizi’: una collana di esposizioni ordinate nel territorio, arrivata fino a Casal di Principe, terra di camorra. Lì la mostra fu allestita nella casa di un boss recuperata dallo Stato".

Come proiettare ciò in Europa?

"Credo che concetti come questi debbano valere anche in Europa, che non sempre è all’altezza del suo patrimonio. La pace, così precaria e vacillante in questa stagione turbata da menti malsane, è inscindibile dalla cultura. Non c’è l’una senza l’altra e insieme, di pari passo, concorrono alla libertà dei popoli. Di sicuro però la cultura – una cultura informata ai principî di solidarietà –, senza esitazioni, si opporrà all’idea stessa della guerra".