Firenze, 4 dicembre 2023 – Far tornare gli ostaggi è il nostro obbligo morale, ma questa è stata soltanto una tregua temporanea: voi in Italia lo vedete come un gesto umanitario, invece per Hamas è come se Israele si fosse arreso. La guerra continuerà sino alla fine perché dobbiamo eliminare il male dal mondo libero, Hamas non minaccia solo Israele ma tutto l’Occidente. Eydar Dror, ambasciatore d’Israele in Italia fino al 2022 non è mai stato tra le colombe dell’amministrazione Netanyahu.
Gaza è già rasa al suolo, non c’è spazio per la diplomazia?
“Ci sono ancora migliaia di terroristi tra la popolazione. C’è una città sotto terra: io la chiamo Sodoma. Hanno costruito 500 chilometri di tunnel con lo scopo di distruggere Israele. E’ impossibile convivere con tutto questo. L’orrore del 7 ottobre, i nostri figli decapitati e bruciati vivi, le donne violentate, i padri assassinati, ci obbliga a reagire in un modo diverso. Dopo questo massacro non c’è altra opzione che eliminare i terroristi: se non dovessimo fare così sarebbe un segno di debolezza in Medioriente, e inviterà a fare altri attacchi”.
Ma sotto le bombe c’è il popolo palestinese.
“Il nostro dilemma è terribile. Immaginate un criminale che punta un’arma contro vostra figlia nascondendosi dietro a un uomo innocente. Salvare la vita figlia a costo della vita di questo uomo innocente o lasciarla che muoia per non colpire degli innocenti?”
Eppure nonostante l’appoggio a Israele adesso anche l’Europa chiede uno stop al massacro sulla Striscia di Gaza…
“Chiamare massacro quanto accade Gaza è distorcere la verità e non siamo sicuri dei numeri che Hamas fornisce. Dopo 7-8 settimane di bombardamenti in una zona densamente popolata qualsiasi esercito causerebbe centinaia di migliaia di morti, non come Israele che sta compiendo azioni chirurgiche, tuttavia Hamas continua a farsi scudo con la popolazione ed è per questo che ha impedito l’evacuazione da noi richiesta”.
Signor ambasciatore, lei che conosce la diplomazia non la ritiene davvero più possibile in questa fase….
“Solo quando avremo tutti gli ostaggi e vedremo Hamas uscire dai tunnel con la bandiera bianca ci fermeremo. Altrimenti sarebbe come chiedere a qualcuno se avrebbe negoziato con Hitler”.
Lei diceva che Hamas minaccia tutto il mondo occidentale, in che modo?
“Ci sono cellule dormienti sia in Europa che in italia e aspettano di vedere l’evoluzione della vicenda, sono estremisti che interpretano la religione in maniera distorta. Ignorare questo divario religioso non mette in pericolo solo Israele. Ricordate lo sceicco Qaradawi che è la massima autorità religiosa del mondo musulmano? Ha emesso una Fatwa in cui dice ce Costantinopoli è stata conquistata, resta da conquistare Roma…. Parte della società occidentale non capisce che dopo Israele l’obiettivo sarà l’Europa”.
Eppure in molti propugnano l’opzione di pace, due stati per due popoli…
“Adesso no, l’emergenza non è finita: finché c’è Hamas non c’è pace né futuro per la popolazione di Gaza, I bambini oggi di Gaza sarebbero i prossimi terroristi”.
Ma in futuro sarebbe una soluzione possibile?
“Noi abbiamo bisogno dell’Europa per indurre l’Autorità palestinese a cambiare l’atteggiamento antisemita e a riconoscere gli ebrei come una nazione, ammettendo che la Terra Santa è anche la nostra patria. Ma, al momento, in un eventuale elezione vincerebbe ancora Hamas”.
E il ruolo dell’Autorità palestinese?
“Non ha condannato quello che è successo e paga ogni assassino palestinese secondo la quantità di ebrei che ha ucciso”.
Quindi l’unica vostra possibilità è la vittoria?
“Vorrei che la vittoria di Israele fosse così grande da modificare il Medioriente”.
Compreso l’Iran?
“La madre di tutte le organizzaizoni è l’Iran che finanzia Hezbollah. Gli europei pensano di fare business con l’Iran ma non capiscono che è come farlo con la Germania nazista. Dovrebbe esserci un obbligo morale anche dagli europei di stare contro l’Iran”.
E il Qatar?
“Gioca una doppia partita: finanzia Hamas, ospita adesso il loro leader, è il proprietario di Al Jazeera che incita contro numero Israele e diffonde tante fake news, però ospita la base militare americana. Vorrebbero essere mediatori ma sono anche loro responsabili di questa catastrofe”.
7 ottobre: come è stato possibile che la prima intelligence al mondo non abbia colto i segnali di rivolta?
Ne parleremo dopo la guerra quando il governo nominerà una commissione e disporrà un’inchiesta approfondita. Ma la vera domanda è da quando indaghiamo? Dall’anno scorso oppure da quando abbiamo lasciato la Striscia di Gaza e permesso ad Hamas di prendere il controllo?
Su questo si gioca il futuro di Netanyahu?
“Non è il momento di parlarne, ce lo insegna la storia. E’ l’ora conquistare, come disse Vespasiano. Dobbiamo essere uniti nello scopo morale, non è questo il tempo della politica”.