Erika Pontini
Politica

Fossi, le mosse Dem: “Sinistra e Cinquestelle poi dialogo al centro”

Il segretario regionale del Pd: “No ai politici mascherati da civici”. Sulla Multiutility: “Rivedere il piano industriale: il rischio idrogeologico aspetto fondamentale. Acqua dentro ma occorre allargare ai territori”

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Emiliano Fossi è il segretario regionale del Pd

Firenze, 15 ottobre 2024 – Il nome di Matteo Renzi, al centro del dibattito-scontro con Conte, non lo fa, nemmeno se incalzato. Eppure proprio a Emiliano Fossi toccò trattare con lui l’eventuale ingresso di IV nella coalizione che sosteneva Sara Funaro. Andò come andò. Ma è passata un’era geologica.

Segretario, il campo largo scricchiola, a Qn Conte ha detto di essere infastidito di un ‘disegno segreto’ con Renzi. “Come ha detto la segretaria Schlein, al Pd non interessa parlare di campi larghi o stretti ma di battaglie comuni su temi importanti per costruire alternative alla Destra. Ai cittadini non piacciono le alchimie politiche, basta discutere di nomi”.

Teme un naufragio del campo largo in Toscana?

“No, c’è un’idea di costruire un percorso chiaro. Confidiamo che in Umbria, Liguria e Emilia la coalizione vada bene e di strappare se non due, almeno una regione oltre all’Emilia”.

Cantiere post-voto.

“Intanto abbiamo definito con la Giunta come affronteremo l’anno che rimane, poi apriremo il tavolo, rivolto alle forze progressiste che si riconoscono e che faranno una scelta di campo, senza ambiguità. Contatti con le forze politiche sono in corso da tempo”.

Con tutti. Anche con Renzi?

“Chiariamo che l’idea di costruzione di un’alleanza sul futuro parte dal Pd, che è il rappresentante più forte ma servono compagni di viaggio. L’alleanza con i Verdi-Sinistra è forte e organica anche in contesti amministrativi, abbiamo avviato un confronto con il Cinquestelle, serve un ulteriore step. I rapporti tra Pd e M5S non sono quelli di qualche anno fa. Poi ci rivolgeremo alle forze liberali e centriste: è importante che decidano se stare da una parte o dall’altra, senza ambiguità. La sintesi si fa sui programmi, non con lo scotch”.

Pensa che Renzi rinuncerà al simbolo nell’unica regione dove può raggranellare più voti?

“Non lo so. E’ presto”.

Primarie. Lei dice di no, Fratoianni ha detto che siete amici, ma non può decidere da solo.

“Confermo, siamo grandi amici. Se chiede a me se sono le primarie lo strumento per la scelta del prossimo presidente della giunta è no. Poi se tra i nostri ipotetici compagni di strada ci sono posizioni diverse, è legittimo e ci confronteremo”.

Lei dribblerà... ma Giani? Quando si scioglie la riserva, entro Natale?

“Non voglio eludere la domanda. Il lavoro della Giunta è positivo ma vogliamo fare le cose in maniera seria. Natale è domani... non arriviamo a ridosso delle elezioni”.

La preoccupa l’eventuale creazione di una civica a sostegno di Giani dove rifugiare IV?

“A costo di risultare noioso dico che i primi passi da fare sono altri. Il civismo nei territori è stata una componente importante ma le Regionali hanno una caratura più politica. Detto questo, no ai politici mascherati da civici, e nessun rifugio”.

Veniamo ai temi. Sui trasporti siete sull’Aventino…

“C’è da dare battaglia: la Regione sta facendo un grande lavoro sulla tramvia e tiene il punto sull’Alta velocità ma ci sono i treni regionali, i pendolari disperati. Non è difficile il motivo: abbiamo il peggior ministro mai avuto che fa l’influencer”.

Faentina e Valdarno?

“Saliremo sulle tratte in difficoltà, insieme a chi vive ogni giorno questi disagi”.

Caos Fi-Pi-Li. Toscana Strade non c’è, il pedaggio è congelato. La Salerno-Reggio Calabria è un gioiello. Come fare?

“Ora la discussione è stata ricondotta a binari di linearità, era partita in modo sbagliato. La società di gestione è condivisibile ma un eventuale pedaggio ha bisogno di un giusto tempo e di un confronto tra chi decide - la Regione e gli altri soggetti istituzionali - e i rappresentanti delle categorie”.

Multiutility, ha detto no alla Borsa. L’azionariato popolare è la strada giusta?

“Ora bisogna pensare ad allargare il perimetro, costruendo una cornice di riferimento: a questo sta lavorando il Pd ma, sia chiaro, non ci vogliamo sostituire ai soci, anche sulle scelte sul management”.

Quotazione no, dicevamo.

“Per molti motivi, non è l’unica strada possibile e oggi non è necessaria anche alla luce di un piano degli investimenti che deve essere aggiornato”.

In quale direzione?

“Si è discusso dell’acqua: l’idrico è il settore che ha maggiori differenze perché ci sono aziende diverse, tempi diversi. Facciamo un gran parlare del cambio epocale del clima ma la Multiutility deve aggiornare il capitolo rischio idrogeologico”.

Decidono i Comuni, ma da ex sindaco: acqua dentro o fuori?

“Va tenuto tutto insieme”.

E tutti insieme…

“Ora è rappresentata solo la Toscana centrale”.

I mal di pancia che Firenze e Prato dettano legge...

“La sensazione che vivono i territori è questa”.

Liste d’attesa. Cosa pensa dell’intramoenia che taglia le attese ma fa sborsare milioni?

“La sanità toscana è ancora di eccellenza. Sarà la priorità nel programma elettorale ma non mi parli di intramoenia: non possiamo tollerare la fuga verso il privato, il nostro modello deve restare fondato sul pubblico. Sarei prudente anche a parlare di riduzione dell’Irpef, scelta difficile. Il Governo non mette un euro sulla sanità, la Regione sì”.

Tomasi quasi candidato: che ne pensa?

“Capiremo con il tempo chi sarà. Ma rispetto alla granitica certezza di qualche mese fa, oggi mi pare che nel centrodestra ci sia confusione. FdI sta imponendo una candidatura agli alleati. Piuttosto…”.

Dica…

“Mi piacerebbe chiedere a Tomasi come faccia da dirigente di Fdi a sostenere con convinzione le scelte di un Governo che penalizza la Toscana: sanità, disattenzione alle popolazioni alluvionate, definanziamento del collegamento tra Guasticce e il porto di Livorno e nemmeno un euro sull’Autopalio”.

Cosa pensa dell’eventuale nascita di una corrente Pd Nardella. De Biase, regia Franceschini?

(Ride). “Io mi occupo del Pd e sono molto orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto in questi due anni: riattivato il Partito, vinto le amministrative, fatto un ottimo risultato alle Europee. E abbiamo lavorato insieme per un partito unito, si sono spesi tutti. Le aree politiche non vanno demonizzate se offrono spunti di discussione ma la linea del Pd è oggi finalmente chiara e su questa andremo avanti”.