Firenze, 28 febbraio 2023 – La Toscana è rimasta scossa, quasi turbata, dalla nuova linea rossa tracciata dalle primarie. In tutto 107mila voti validi che hanno visto prevalere Schlein (con il 61,9%) su Bonaccini (38,1%) e che hanno eletto Emiliano Fossi nuovo segretario dem regionale. Sebbene lui abbia perso per strada il 2% dei voti conquistato da Elly, con una forchetta minore dalla sfidante Valentina Mercanti – spiega Fossi – per via di 4mila schede bianche lasciate dai tanti che non sapevano che si votava anche per il congresso regionale. Un dato che dovrebbe far comunque riflettere. E’ stato un trionfo inatteso. Che ha fatto drizzare le antenne non solo all’attuale classe dirigente del partito – che, nonostante le belle parole di Fossi inneggianti all’unità, teme di essere rottamata – ma, in particolare, agli imprenditori protagonisti di quel new deal che da quasi tre lustri a braccetto con le istituzioni puntava sullo sviluppo.
Cosa sarà? Prima un flash della presentazione del nuovo segretario. Si presenta col maglione rosso e segue spiegazione: "Il rosso mi piace, come il blu". Dalla finestra del suo nuovo ufficio in via Forlanini a Firenze, la sede storica della Casa della cultura, ossia la segreteria regionale Pd, srotola la bandiera della pace, motivando il gesto: "E’ chiaro chi è l’aggresore e chi l’aggredito, ma nella guerra in Ucraina dobbiamo agire di più con la diplomazia per cercare la pace". Sulla scrivania mette la fotografia di Enrico Berlinguer: "Un’idea spontanea venuta ad alcuni compagni che festeggiavano con me".
Eppoi mette i punti fermi. "Non ci dobbiamo più vergognare di essere in quei luoghi da cui troppe volte ci siamo sentiti estranei". Avanti i simboli. "I simboli servono anche a tratteggiare i contorni di una nuova politica. Credo che si debba ripartire dai valori che sono i valori forti per cui la sinistra è nata e che sono ancora attualissimi perché questo mondo è fatto di diseguaglianze e quindi il Pd deve ripartire da lì, dare risposte a quelle diseguaglianze stridenti".
Si tira una riga. Quel che è stato finora non sarà più. C’è un cambio di linea e di sensibilità politica. "Si è chiusa una fase contrassegnata dall’affermazione netta di una classe dirigente che da almeno dieci anni ha definito legittimamente le scelte nella nostra regione". Ma niente paura. Il partito resterà unito. Il dialogo con il governatore Eugenio Giani è già cominciato "e lui si sentirà meno solo, condividendo le scelte". Nella fase nuova si rimetterà tutto in discussione, dall’aeroporto di Peretola alla Multiutility. A Fossi non piace il Cpr perché "mette in discussione il modello dell’accoglienza diffusa degli immigrati". Per la sanità vorrebbe tornare ai superticket. "Vogliamo solo razionalizzare la spesa o ci prepariamo ad affrontare il tema della compartecipazione dei costi con il ticket più caro per chi ha di più?". C’è entusiamo e convinzione. La voglia di coinvolgere tutti. E Fossi non teme il rischio di fuoriuscite: "E’ superata la fase in cui se perdi la partita porti via il pallone".