Ameglia (La Spezia), 2 agosto 2024 – Un tuffo al bagno San Marco, storica meta balneare dell’establishment politico spezzino? "Sicuramente, ma adesso no. Ora lavoriamo". L’ex presidente Giovanni Toti, libero da ieri dopo dopo 86 giorni agli domiciliari nell’ambito dell’inchiesta per corruzione e voto di scambio che ha terremotato la Liguria, fa capolino al cancello della sua villa di Ameglia poco prima delle 15.
Tre minuti con i giornalisti per ribadire la propria innocenza: un piccolo intervallo in una giornata iniziata con il pronunciamento del gip del Tribunale di Genova e proseguita tra carte e telefonate. Le prime, quelle dell’inchiesta che il presidente dimissionario sta continuando a studiare in vista del processo immediato che scatterà molto probabilmente in autunno; le seconde, fatte e ricevute, per riprendere un filo interrotto all’alba del 7 maggio e quindi i contatti con i big della politica locali e nazionale: il vicepremier Matteo Salvini, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, e i coordinatori regionali dei partiti di coalizione. Un chiaro segnale di come l’ex presidente, seppur impegnato nella partita giudiziaria, voglia comunque giocare un ruolo da protagonista, anche se indirettamente – già annunciata la volontà di non candidarsi – in un’altra competizione, quella elettorale di fine ottobre, quando la Liguria sarà chiamata al voto. "Ora tocca ai cittadini decidere la sorte della nostra terra: andare avanti con la Liguria protagonista che abbiamo costruito, o consegnarla alla cultura del sospetto e della doppia morale" ha scritto nel suo primo messaggio social, aprendo di fatto la campagna elettorale di un centrodestra che attendeva solo la revoca dei domiciliari per cominciare a pianificare.
Per capire quanto Toti e il suo movimento civico peseranno nel progetto elettorale del centrodestra, bisognerà attendere la settimana dopo Ferragosto, termine ultimo che la coalizione si è data per scegliere il candidato: qualora la scelta convergesse su un civico, non è escluso che tra le liste di sostegno ci sia anche quella riconducibile a Toti e al suo movimento. L’ex presidente, che in mattinata aveva lasciato ai social le prime impressioni – "Ci difenderemo da ogni accusa, con la coscienza a posto di chi non ha mai intascato un centesimo dei liguri" – nel primo incontro coi giornalisti è andato oltre, chiamando in causa la politica e la necessità di intervenire sulla delicata questione dei finanziamenti ai partiti. "Sono contento, questa decisione riequilibra alcuni pronunciamenti del passato poco comprensibili. Credo che mai come adesso e mai come in quest’occasione i problemi della giustizia e della politica si siano intersecati in questa vicenda, e mi auguro che alla politica sia molto chiaro che quello che a Genova fa parte degli atti di accusa è in realtà qualcosa che mi è poco comprensibile: ci sono atti legittimi, finanziamenti legittimi, eppure messi assieme connotano secondo la Procura un comportamento criminoso. Questo mette in discussione l’autonomia della politica".
Poi, sul processo, Toti precisa che "non ci opporremo in alcun modo a un processo rapido e veloce perché siamo convinti di spiegare tutto. Non è una cosa piacevole sentirsi privati del proprio tempo e della propria libertà, soprattutto se si pensa di non aver fatto nulla di male". Ora è libero, dunque, anche se per il gip "permangono i gravi indizi di colpevolezza" e sulla decisione di revocare la misura cautelare avrebbero influito proprio le dimissioni rassegnate il 26 luglio. Resta invece ai domiciliari l’imprenditore portuale Aldo Spinelli. Dopo il parere sfavorevole dei pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde, i legali del manager hanno ritirato la loro istanza di revoca.