CLAUDIO CAPANNI
Politica

Il centrodestra affila le armi. "A sinistra armata Brancaleone". E la Lega preme sulle primarie

Il meloniano Rossi invita alla coesione dopo l’alt di Tajani sulla scelta di chi correrà. "Noi coalizione forte e solida". E il Carroccio torna a bussare: "Scegliamo insieme il candidato"

Fabrizio Rossi, coordinatore regionale toscano di Fratelli d'Italia

Fabrizio Rossi, coordinatore regionale toscano di Fratelli d'Italia

Firenze, 3 agosto 2024 – Calma e unità. Sono le due paroline che, ieri hanno smosso l’elettrocardiogramma quasi piatto delle chat di Fratelli d’Italia. Arrivano dopo il graffio del vicepremier Antonio Tajani che, dalla Versiliana, ha invocato un tavolo col centrodestra per scegliere il candidato governatore. Suggerendo due nomi: Marco Stella e Deborah Bergamini. La replica di FdI, sotto traccia: vietato strappare o bisticciare. Specie a un passo dalla pausa degli ombrelloni che a Roma scatterà il 9 agosto. Il messaggio, di distensione ma deciso, arriva a Forza Italia e Carroccio dal coordinatore regionale di FdI, Fabrizio Rossi.

«Il centrodestra - commenta - è una coalizione forte che, da sempre insieme, ha dimostrato e dimostra solidità. Non si può affermare la stessa cosa della coalizione di centrosinistra le cui falle sono fin troppo evidenti: tengono la Toscana ferma a causa di posizione inconciliabili". Il messaggio in filigrana: pensare alla coalizione, senza distrazioni, approfittando della palude sul campo largo che impantana i rivali. "Fratelli d’Italia, spina dorsale della coalizione è disponibile a scegliere la candidatura con gli alleati sulla base di un progetto ampio, verso una figura che sarà certamente competente, capace di ben amministrare ed autorevole". Rossi però mette i puntini sulle ’i’. "Il nostro partito ha assicurato di aver messo in campo una figura simile, Alessandro Tomasi, che ha dimostrato capacità vincendo la poltrona di sindaco per due volte a Pistoia, governata storicamente dalla sinistra".

Una promessa di dialogo a patto che le proposte, nel caso, siano almeno del calibro di Tomasi che resta l’asticella della qualità. "Se ci sono proposte altrettanto valide ben vengano". Ma le volontrà degli alleati covano sotto la cenere. E a scalpitare è la Lega col suo segretario regionale, Luca Baroncini che torna sull’ipotesi primarie all’americana. "Avrebbero - spiega Baroncini - il punto di forza di coinvolgere tutti: sia gli addetti ai alvori che i cittadini". Ma come convincere gli alleati? «Ne abbiamo parlato. E il dialogo va avanti. Forza Italia ha detto che ha un paio di possibili candidati. La Lega ha pronti diversi tra donne e uomini che hanno il profilo giusto. Presto ci incontreremo con i livelli regionali del centrodestra e proveremo a definire modalità e tempi. La Lega non starà a guardare, non sarà subordinata".

Il piano di Baroncini: convocare fra settembre e ottobre un’assemblea degli iscritti per costruire il progrmma 2025. E partire da qui per fare massa critica. "Non servono 50 punti, ne bastano sei o sette ben approfonditi. Ormai tra consiglieri regionali, parlamentari e comuni abbiamo anche noi un esercito di amministratori che lavorano e studiano da anni i principali temi che interessano il nostro territorio". Un’altro nodo da sciogliere per Fratelli d’Italia che dovrà anche capitalizzare l’anima civica del centrodestra. La stessa che a giugno ha portato a Pisa, la casa del sindaco Michele Conti eletto in quota Lega, i sei primi cittadini di Lucca, Massa, Pistoia, Arezzo, Siena e Grosseto. L’obiettivo: creare una ‘rete civica toscana’ al fianco di Lega, FdI, Forza Italia. Un’arma a doppio taglio per il partitone di Meloni, da gestire senza colpi di testa. L’ispirazione dei sindaci, in fondo, era proprio il ‘modello Tomasi’, che nel 2022 lo portò a rastrellare con la civica che portava il suo nome, il 17,3% dei voti. Superando pure FdI, ferma al 14,4%. Un cavallo, quello del civismo, utile alla rincorsa del centrosinistra, ma da non far imbizzarrire. Specie in una Toscana troppo fiorentinocentrica per distribuzione di elettori e sistemi di potere.

Claudio Capanni