Firenze, 31 maggio 2023 – Non sarà un’estate da ombrellone e aperitivo perché a settembre si decidono i candidati delle prossime elezioni amministrative con un occhio rivolto alle Regionali del ‘25. I grandi giochi sono in corso: le piazze sono oltremodo significative, anzi determinanti per il futuro della Toscana. Firenze, Prato, Livorno, Empoli, Piombino. Brividi politici.
Due classici schieramenti con la variabile terzo polo (che vuol dire soprattutto Italia Viva di Renzi) che potrebbe diventare una scheggia vorticosa ’raccoglivoti’ tale da spostare gli equilibri.
Riflettori puntati sul fortino rosso accerchiato dai successi del centrodestra: la Toscana centrale che resiste all’assalto consolidato dai bis recentissimi di Pisa, Massa e Siena.
Il centrosinistra a trazione Pd sa di contare ancora e molto ad Empoli come a Livorno, di avere consolidate fondamenta a Firenze e di rischiare a Prato dove le lotte intestine non fanno bene ai dem e il voto delle Politiche ha detto chiaramente che la città del tessile guarda decisamente a (centro) destra.
E proprio il centrodestra toscano non vuol lasciare campo libero come fatto nelle passate elezioni amministrative a Firenze. Sicuramente sarà difficile ripetere il flop del candidato del 2019 (Bocci al 24 per cento).
Trattative tra i partiti della coalizione sono già iniziate così come i contatti con personaggi candidabili anche se i vertici di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega (più Noi moderati) ripetono che "siamo solo alle schermaglie iniziali".
Sarà anche così ma i nomi si rincorrono e qualcuno (imprenditore fiorentino di livello internazionale) avrebbe già detto un educato "No, grazie".
Di certo Fratelli d’Italia vuol dare le carte. "Non iniziamo a dire che molliamo la piazza di Firenze prima di giocare - sintetizza Paolo Marcheschi, senatore fiorentino - siamo al lavoro: per noi tutte le piazze sono contendibili".
La scelta si gioca su due tavoli: ricerca mirata tra gli esponenti politici o caccia a un nome di richiamo "ma anche di sostanza nel mondo dell’imprenditoria e delle professioni che voglia sposare in pieno il programma politico" si dice nei quartier generali dei partiti. Più definita la scelta a Prato dove potrebbero correre Gianni Cenni (è in pole per FdI), Rita Pieri (Forza Italia) o Giorgio Silli (ma dovrebbe lasciare il posto di sottosegretario).
Il Pd vive giorni molto difficili tra le polemiche interne dopo gli insuccessi (brucia la perdita di Campi Bisenzio) e il nuovo corso di Schlein/Fossi ancora nebuloso. Tante le scelte da fare.
Il deputato nardelliano Federico Gianassi è chiaro: "Più che al perimetro delle alleanze pensiamo al campo dove sono finiti i nostri ex elettori. Andiamo a riconquistarli con idee e argomenti uno ad uno prima di parlare di alleanze". Ma c’è qualcuno che l’occhiolino al Movimento 5 Stelle lo fa subito come la senatrice dem pisana Ylenia Zambito: "Possiamo dire che da questa esperienza un nuovo progetto può essere portato avanti".
Italia Viva vuol contare. Renzi prepara (se non lo ha già fatto) la strategia su Palazzo Vecchio. Obiettivo far pesare i suoi voti e quelli di Stefania Saccardi, vicepresidente toscana. Se non c’è accordo con il Pd, Italia Viva potrebbe correre in solitaria. E poi c’è il ruolo di Eugenio Giani, governatore della Toscana. Lui ripete che la sua missione è il 2025 (fine mandato) con bis. Ma a Firenze c’è chi preme perché il prossimo anno sia lui il candidato per Palazzo Vecchio: il navigato politico che mette d’accordo sinistra e terzo polo.