Firenze, 29 novembre 2019 - La regola del compromesso non tramonta mai se l’obiettivo è quello di presentarsi alla sfida del centrosinistra con la coalizione più ampia possibile contro l’agguerrito centrodestra a trazione leghista. E allora Il Pd cerca di portare a casa un mezzo miracolo che solo il dovere di difendere la Toscana dalla sconfitta storica può generare: tenere uniti i dem e contemporaneamente non rompere con gli alleati, specialmente a sinistra del Pd (2020 a sinistra e Artciolo 1- Mdp).
La partita delle elezioni regionali della prossima primavera è troppo fondamentale per non provarci. E così ieri sera nella riunione della direzione del Pd regionale da una parte si è «incoronato» (tutti d’accordo) Eugenio Giani, presidente del consiglio regionale, a candidato del Pd, per la poltrona di governatore toscano, dall’altra si è cercato di lanciare messaggi di apertura a tutti gli «amici» più moderati e «compagni» più duri e puri dell’avventura elettorale. Insomma il Pd, seppur forte del primato in Toscana, ha bisogno sì di una candidato «navigato», ma anche di un tesoretto di voti a sinistra.
Una formula dal titolo: «Giani c’è» e mettiamo a disposizione questa candidatura «importante, strategica, adeguata» agli alleati del centrosinistra. I toni della relazione della segretaria toscana Simona Bonafè sono stati così «ecumenici» verso gli alleati sottolineando «di aver portato avanti il mandato con una consultazione che ha coinvolto oltre 160 persone tra rappresentanti istituzionali e delle categorie, parlamentari, consiglieri regionali, sindaci, sindacalisti, associazioni». E da questo confronto è venuto fuori che il nome di Giani gode di un forte consenso grazie alla sua esperienza, conoscenza del territorio, rapporti e capacità di dialogo.
Insomma Giani («è emersa una consistente indicazione di preferenza» su di lui) è la scelta migliore in questo contesto storico. Ora, approvato l’ordine del giorno all’unanimità che dà mandato di proporre il nome di Giani agli alleati, la partita si sposta a martedì, ultimo confronto. Non sono mancati nella riunione «mal di pancia» specialmente dall’ala zingarettiana, ma si guarda avanti. Insomma al risultato finale: battere il centrodestra anche se c’è da turarsi, per qualcuno, il naso. Gli alleati a sinistra (2020 a sinistra e Articolo 1 -Mdp) sono scettici (mentre sono dentro la coalizione Italia Viva, Demos e la lista di Trentanovi). «Sul programma qualche intesa c’è - dice Simone Bartoli, coordinatore toscano di Articolo 1- ma sul nome urge discontinuità. Al tavolo porteremo i nostri». Fuori dal perimetro della coalizione, per Rifondazione con la scelta di Giani «si conferma e si accelera quanto di peggio fatto in questi anni.
Ancora più evidente la necessità di un alternativa, che stiamo costruendo». E il 15 dicembre le 10 assemblee territoriali di ’Potere al popolo’ sceglieranno se mettere in piedi l’alleanza con Sì-Toscana a sinistra di Tommaso Fattori. © RIPRODUZIONE RISERVATA