LUIGI CAROPPO
Politica

Inchiesta Ndrangheta, "No a processi sommari, ma il Pd imbocchi una svolta vera"

Il capogruppo dem in consiglio regionale Ceccarelli difende i tre indagati. "Dem, rapporti con le imprese, ma i lavoratori tornino centrali". "Dirigenti, giusto il ricambio periodico ma serve competenza"

Vincenzo Ceccarelli

Vincenzo Ceccarelli

Firenze, 22 aprile 2021 - Vincenzo Ceccarelli, capogruppo del Pd in consiglio regionale, è politico di grande esperienza. Conosce il partito a memoria e sa come va la vita amministrativa. Se è preccupato lui da navigato dem vuol dire che c’è allarme rosso in giro.  È  passata una settimana dalla notizia dell'inchiesta che vede indagati anche il Capo di gabinetto, un consigliere e una sindaca. Che idea si è  fatto?   "Intanto dobbiamo separare le cose. L’inchiesta sulle presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti del distretto conciario è una cosa, la magistratura sta indagando e sono certo che lo farà presto e bene. La Regione si è già messa a disposizione, per la sua parte, per dare risposte ai cittadini che vogliono essere tranquillizzati su eventuali inquinamenti delle falde acquifere. Altro tema, ben più inquietante per noi, è quello delle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Toscana. Purtroppo non è un tema nuovo, perché ormai da un ventennio in Toscana si sono assunte iniziative e creati strumenti per monitorare questo fenomeno criminoso e il Pd è sempre stato protagonista delle iniziative contro la criminalità organizzata. Ora dovremo, se possibile, rafforzare il nostro impegno in questa direzione, ma dobbiamo anche sostenere questo distretto industriale, come altri che in questa regione creano occupazione e ricchezza. Perché non é accettabile che, come sta facendo qualcuno, si criminalizzi la Toscana e si tenti di trasformare una terra di eccellenze nella terra dei fuochi. Giù le mani dalla Toscana".  Il Pd ha appunto questi tre indagati. Che riflessione si può fare in questo momento?  "La prima riflessione che mi viene in mente è che il Pd è il partito a cui gli elettori hanno dato grandi responsabilità di gestire la cosa pubblica e quindi ha molti amministratori in prima linea, che tentano di risolvere i problemi dei cittadini tutti i giorni. Per noi la legalità è la priorità assoluta. Lasciamo che chi è indagato si difenda e sono certo che la magistratura farà rapidamente chiarezza".  Gori dice che sta pagando solo lui. Vero? "Ho letto quello che avete scritto. E’ evidente che tutti coloro che oggi sono indagati stanno pagando un prezzo alto in questo momento. Soprattutto di fronte ai tentativi di processi sommari che si vorrebbero fare. Lasciamo lavorare la magistratura".  L'ex presidente Chiti ha espresso sul Corriere fiorentino forti critiche al Pd. Che ne pensa?  "Condivido molte cose di quello che dice Chiti, ma questo ha poco che vedere con questa singola vicenda giudiziaria e molto a che vedere con il percorso che è stato avviato dentro il Pd subito dopo le dimissioni del segretario Zingaretti. Sono temi sui i quali la mia opinione è nota e la mia coerenza nell’impegno politico credo mi debba essere riconosciuta. E’ da  mesi che vado affermando la necessità di superare la fase correntizia, di apire ad un percorso nuovo, ad un congresso delle idee, che ci porti a confrontarci con la gente sulle grandi priorità del momento : salute, lavoro, ambiente, sviluppo sostenibile e legalità".  Il Pd non si è  espresso al di là delle frasi di rito. Perché?  "Sul Pd credo di aver già risposto e non con frasi di rito".  Conosce Ledo Gori. Crede abbia la coscienza pulita come dice?  "Conosco Ledo da molti anni, so con quale impegno e dedizione ha portato avanti il suo incarico. Comprendo la sua amarezza, ma sono certo che alla fine saprà dimostrare di aver agito correttamente. Quello che posso dire e che in questi anni è stato un prezioso collaboratore del Presidente ed ha dato un contributo importante per risolvere tanti problemi concreti che gli venivano sottoposti da cittadini, imprenditori, sindaci e amministratori pubblici".  Ha fatto bene Giani a revocarlo?  "Non conosco le carte e sono certo che il Presidente avrà ponderato la sua decisione per il bene della regione e delle persone coinvolte".  Lei ha fiducia sempre nel sul consigliere Pieroni? Non sarebbe più  giusto che si mettesse di lato finché la questione non è  chiarita?  "Chi conosce Pieroni sa che é una persona per bene. Anche in questo caso evito di entrare nell’oggetto dell’inchiesta, ma vorrei fare una considerazione generale. Io credo che ogni consigliere regionale interloquisce con gli stake-holder del proprio territorio ogni giorno, per garantire il proprio apporto all’obiettivo generale, che resta quello di garantire uno sviluppo sostenibile nell’interesse di tutti. Ciò detto, nel caso specifico, agli atti abbiamo una legge approvata senza voti contrari. Questo è il dato politico. Qui le infiltrazioni criminose non c’entrano un bel niente e questo deve essere chiaro a tutti".  Preoccupato delle infiltrazioni mafiose in Toscana?  "Molto preoccupato. Purtroppo, come detto non lo scopriamo oggi, ma questa vicenda ci spinge ad accelerare il percorso che era stato già avviato con i presidenti degli altri consigli regionali per aggiornare e potenziare gli strumenti di monitoraggio che abbiamo a disposizione e per contrastare l’evoluzione di questo fenomeno criminoso. Nei prossimi giorni presenteremo una proposta di revisione della Legge 42 del 2015 con cui è stato istituito l’Osservatorio Regionale della legalità. Vogliamo che sia un organismo forte, rappresentativo, con gli strumenti per operare al meglio. Dobbiamo rafforzare le procedure a garanzia della legalità e lavorare tutti insieme per costruire un sistema di smaltimento dei rifiuti sempre più efficiente".  Perché avete detto no alla commissione di inchiesta?  "Non abbiamo niente di pregiudiziale contro eventuali commissioni. Valuteremo che non siano iniziative strumentali e, inoltre, dobbiamo tener conto che c’è una indagine della magistratura in corso. In Toscana e in Italia il Pd è da sempre fortemente impegnato su questo fronte. Noi vorremmo andare oltre la breve vita di una commissione d’inchiesta, che ci pare poco adeguata per indagare un fenomeno di questa rilevanza e di questa complessità . Ma, se serve, ci saremo e daremo un contributo determinante". C'è  qualcosa da cambiare nel rapporto tra istituzioni e rappresentanti di categorie?  "In questo senso, credo che in Italia abbiamo qualcosa da imparare da altre democrazie, nelle quali l’azione di lobbying è già da anni regolamentata e accettata. E’ il momento di pensare seriamente a regolamentare questa attività di relazione tra mondo delle imprese e istituzioni. E se mi permette, vorrei aggiungere che, almeno per il Pd, accanto al rapporto con le imprese deve essere sempre centrale il rapporto con i lavoratori".  E non sarebbe giusto un ricambio ai livelli dirigenziali per evitare rapporti nel tempo troppo stretti? "Certo che è giusto. Condivido il principio, ma è già previsto dalle leggi vigenti, che possono sempre essere migliorate. E’ anche vero che c’è un problema di competenze e di saper fare che deve essere considerato. Nel mezzo, come dice il vecchio adagio, sta la virtù".