Firenze, 25 maggio 2021 - Domani si riunisce per la prima volta, dopo l'insediamento formale e l'assegnazione delle cariche, la Commissione d'inchiesta regionale sulle infiltrazioni mafiose in Toscana. La volontà nasce, per iniziativa del centrodestra toscano, dopo che l'inchiesta 'ndrangheta-imprenditori-istituzioni della procura di Firenze e della Dda toscana, ha proposto nuovi inquietanti scenari anche in Toscana e ha puntato il dito anche sui rapporti tra conciatori di Santa Croce e politica (il Pd in primo luogo). E' proprio il Partito democratico che da oltre un mese si trova al centro delle polemiche senza la capacità di uscire dall'angolo delle critiche e accuse sia da altri partiti che all'interno dei dem, in una sorta di bomba libera tutti per cui ognuno cerca di salvarsi senza un orizzonte comune.
Indagati al momento nel mondo della politica il consigliere regionale Pd Andrea Pieroni, la sindaca dem di Santa Croce Giulia Deidda, l'ex capo di gabinetto (giunta Rossi e giunta Giani) Ledo Gori, defenestrato dall'attuale presidente toscano. Forte l'attacco, nelle ultime ore dell'ex presidente della Toscana Enrico Rossi, attuale commissario del Pd in Umbria, contro il consiglio regionale, contro Giani, già presidente dell'assemblea toscana e contro i firmatari del Pd dell'emendamento 'pro conciatori' approvato in aula nel maggio 2020 (Pieroni, Mazzeo, Sostegni, Nardini).
"Quando le competenze sono passate dalla Provincia alla Regione, da me guidata - ha sottolineato Rossi con forza - la prima cosa che abbiamo fatto è stata di far fare agli impianti di Santa Croce una valutazione di impatto ambientale", e alla richiesta delle concerie di avere meno controlli, dopo aver chiesto un parere tecnico all’Avvocatura regionale, le abbiamo obbligate ad avere "l'autorizzazione che impone maggiori controlli". E continua Rossi: "Non c'è un atto di giunta che vada incontro a Santa Croce, diversamente da quello che ha fatto il consiglio regionale, che, subdolamente, porta in aula un emendamento e Giani – era presidente del consiglio regionale – lo mette in votazione modificando la legge. Noi avevamo detto no e il consiglio modifica la legge con questo metodo surrettizio e subdolo”. Dettaglia Rossi: "Bastava che il consiglio regionale facesse come aveva fatto la mia giunta cioè chiedere un parere tecnico e i tecnici del consiglio non potevano che rispondere no come hanno risposto i tecnici a cui si è rivolta la giunta... così tutti erano tranquilli e non ci sarebbe stato questo mare di fango. La Regione Toscana durante la giunta Rossi ha anche diffidato i santacrocesi sul keu. E da questa diffida fatta dai miei uffici poi si è sviluppata l'inchiesta. Se il consiglio regionale avesse fatto come la giunta da me guidata non ci sarebbero stati questi problemi. Questa è la verità dei fatti".
Quindi un attacco frontale tra Rossi e Giani: di fatto l'ex presidente toscano sottolinea che il rigore messo in atto dalla sua giunta nei riguardi dei controlli sulle concerie non sarebbe stato attuato in primo luogo dal suo partito che ha proposto l'emendamento (Fdi non votò, il resto dell'oposizione si astenne) e dall'allora presidente del consiglio regionale Giani.
La segretaria del Pd toscano Simona Bonafè nei prossimi giorni convocherà i vertici del partito: è necessario dopo oltre un mese discutere e tracciare una linea comune, finora assente. Trasparenza e chiarezza, si dice dalla segreteria dem toscana, devono tornare in primo piano.
La segretaria toscana del Pd ha finora parlato solo una volta sulla questione, sulle colonne della Nazione, un mese fa: ""Siamo al governo della Regione da molti anni perché siamo stati votati. In democrazia essere votati non è una colpa. Quando governi sei il punto di riferimento di tanti interessi. Qui succede a noi, in Lombardia alla destra. Più che un sistema di potere, il Partito democratico in Toscana è una comunità di 40mila iscritti, di sindaci e amministratori, volontari nelle cucine delle nostre feste" ha detto nell'intervista. E ancora sulle polemiche: "Un partito non deve aspettare la Cassazione, ma nemmeno esprimere un giudizio politico in una fase così iniziale di un'inchiesta molto complessa. Ancora non c’è stato neppure un interrogatorio. Se non vale il garantismo a intermittenza o a convenienza, cosa altro dovrei dire se non ribadire la fiducia nel lavoro dei magistrati?". E sulle infiltrazioni mafiose: "Sono molto preoccupata. Come amministratori di questa regione oltre ad utilizzare tutti gli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata già esistenti come l'aggiudicazione delle gare con criteri non del massimo ribasso e dotarci di nuove norme, protocolli, osservatori, dobbiamo continuare a tenere alto il muro della difesa civile, sociale, culturale e politica". Particolare attenzione sul nuovo piano rifiuti su cui la Regione Toscana è in ritardo: "La Regione deve presentare in tempi rapidi l'aggiornamento del nuovo piano dei rifiuti alle normative europee sull’economia circolare che puntano su riciclaggio e riduzione del conferimento in discarica, con impianti adeguati e moderni per la chiusura del ciclo in Toscana e non fuori. Non abbiamo tempo da perdere. Il nuovo piano dei rifiuti deve anche garantire in modo trasparente alle imprese dei nostri distretti procedure semplificate ma rigorose per smaltire gli scarti e non doversi rivolgere al miglior offerente con il rischio di aprire la strada a traffici illeciti".