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Renzi: “A Firenze non andrò mai con la destra. Schlein mi inviti alla Festa dell’Unità per parlare di jobs act”

Il leader di Italia Viva interviene durante la festa del partito. “Lo stadio non si fa con i soldi pubblici”

Matteo Renzi durante la festa di Italia Viva a Firenze

Firenze, 2 settembre 2023 – Sulle prossime elezioni “è evidente che io non andrò mai con la destra a Firenze” ma “se ci saranno espressioni civiche vedremo quel che ne sarà. Il Pd ha governato in questi dieci anni con Nardella e lui ha avuto i soldi che nessun altro ha mai avuto. Se c'è la partita politica non staremo con la destra, se c'è la sfida civica però vale tutto”.

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Lo ha detto il leader di Iv Matteo Renzi, a margine della festa del partito. “Se ci sarà destra contro sinistra, è chiaro che noi non siamo della partita - ha aggiunto -. Se invece volete fare operazioni civiche su Firenze siamo pronti a discutere. Il punto è sui contenuti di questa città. C'è un punto chiave per il futuro della città che si chiama aeroporto. Sono 15 anni che il Pd dice che l'aeroporto va fatto. Vorrei capire, caro Pd, se qualcuno ha cambiato idea. Poi c'è il tema del sociale, noi siamo i più credibili. Poi la domanda è: chi lo fa il sindaco? Ai nostri tempi si faceva le primarie. Se non ci vogliono in maggioranza benissimo, ci sarà l'effetto che non saranno più in maggioranza neanche loro. Noi siamo disponibili a parlare partendo dai contenuti. Se passa la sfida dei pisani, ovvero 'No a Iv perché ci fa perdere’, allora perderanno”.

Sullo stadio Artemio Franchi, Renzi ha ripetuto che “lo stadio non si fa con i soldi pubblici” alludendo allo stop ai 55 milioni di euro per i lavori nell'area del quartiere stoppati dalla Ue. E sull'impianto temporaneo al Padovani, lo stadio del rugby che potrebbe ospitare la Fiorentina durante i lavori al Franchi, “noi non lo votiamo - ha annunciato -. Noi pensiamo che i soldi del Pnrr debbano andare alle case popolari”.

Poi Renzi affronta il tema dei rapporti con il Pd: "Vorrei chiedere a Schlein se mi invita alla Festa dell'Unità a Ravenna, hanno invitato tutti tranne me. A lei chiedo: invitami e facciamo un dibattito sul jobs act. Se non vuole che io venga a Ravenna, allora invitiamola noi, può venire a Santa Severa la settimana dopo. Proporre il referendum sul jobs act significa smentire ciò» che è il Pd, «è scandaloso questo modo di fare politica. È una vergogna. Il jobs act lo avete fatto voi del Pd, difeso voi, portato nelle fabbriche. Ora per inseguire Conte e grillini state diventando una parodia di voi stessi. Caro Pd, vi siete dimenticati la vostra storia”. Renzi continua: “Se Schlein non se la sente perché si ritiene superiore a me, io sono disponibile a fare un dibattito su jobs act a Ravenna o Santa Severa con altri dieci. Sono disponibile a far un dibattito con Dario Franceschini, poi Graziano Delrio, Debora Serracchiani, Lorenzo Guerini, Marianna Madia, Beatrice Lorenzin, Andrea Orlando, Nicola Zingaretti, Enrico Letta, Paolo Gentiloni. Se manca l'undicesimo sono disponibile a farlo anche con Bersani”.

 "Mancano trenta miliardi e non hanno nemmeno gli occhi per piangere. Allora invece che fare tante promesse e giratine show, come quelle che sta facendo la Meloni, si concentrino su una cosa: abbassino le tasse. Tutte le volte la destra le abbassa, ma in campagna elettorale, a parole. Gli unici che abbassano le tasse siamo noi e in questo momento siamo all'opposizione", ha detto il leader di Italia Viva.

Sulla collocazione di Italia Viva in Parlamento Renzi ritiene che “la cosa fondamentale che questo settembre ci mette davanti è che c'è un governo che non sta governando e un'opposizione che non sta facendo l'opposizione. C'è un governo in retromarcia e una opposizione che va in folle: in questo quadro noi facciamo il centro”

“Poi - ha aggiunto rispondendo ai cronisti - rispetto ai gruppi e a come li gestiremo lo vedremo nelle prossime settimane. Il punto chiaro è che il governo non governa e l'opposizione non fa l'opposizione: o si prova a far qualcosa noi o il Paese va in crisi”.

Secondo Renzi “il salario minimo” come proposto dal Pd “non sta in piedi. Nel 2018 noi abbiamo proposto il salario minimo tra 9 e 10 euro, la Cgil ci aveva detto di no. Loro non guardano le proposte, guardano chi le fa e contestano le persone. Il salario minimo alla Brunetta è una presa in giro nei confronti degli italiani. Il problema non è il salario minimo ma il ceto medio - ha aggiunto -. Il punto vero è che c'è un sistema di tassazione troppo alta. Di fronte a questo scenario l'opposizione ha fatto un testo di legge sul salario minimo che non sta in piedi. Per arrivare a 9 euro c'è l'articolo 7 che dice che viene istituito un fondo in legge di bilancio per aiutare le imprese a dare i soldi. È come dire che per dare il salario minimo, alzo le tasse agli altri. Vogliono portare in aula il salario minimo, bene, noi si fa la controproposta. La si porta in aula, non nella sala verde di Palazzo Chigi. Un governo i partiti politici li affronta in Parlamento”.