Roma, 14 maggio 2016 - "Sono cattolico, ma ho giurato sulla Costituzione, non sul Vangelo". La rivendicazione di laicità di Matteo Renzi richiama un analogo passo compiuto da Alcide De Gasperi nel 1952 in una situazione assai più conflittuale della attuale. Pio XII era terrorizzato all’idea che a Roma vincesse un sindaco comunista.
Incoraggiato da Luigi Gedda – un Giovanardi al cubo, presidente dell’Azione Cattolica e dei Comitati civici che portavano in pellegrinaggio la Madonna – concordò con Luigi Sturzo un’operazione che facesse alleare Dc e Msi romani per evitare la profanazione del Campidoglio. Il fascismo era stato abbattuto soltanto da nove anni e le ferite della guerra civile erano ancora sanguinanti perché il leader della nuova Italia potesse accettare una cosa del genere. E disobbedì. La Dc vinse ugualmente, ma Pio XII non perdonò De Gasperi e si rifiutò di accordargli l’udienza che il presidente cattolico gli aveva chiesto in occasione dei trent’anni di matrimonio. Ne nacque un caso diplomatico e De Gasperi si portò l’amarezza fino alla morte.
Papa Bergoglio è agli antipodi di papa Pacelli, la gerarchia ecclesiastica è molto più prudente e prevedibilmente non incoraggerà il referendum sulle unioni civili promesso dalla base cattolica più accesa. Difficilmente Renzi pagherà un pegno significativo sulla legge, mutilata peraltro della stepchild adoption proprio per l’intervento dell’ala cattolica della maggioranza. Semmai dovrebbe essere più preoccupato Angelino Alfano, visto che l’ala conservatrice di Area Popolare guidata da Maurizio Sacconi sta facendo un gran baccano, minacciando addirittura una improbabile scissione.
A livello romano qualche piccolo vantaggio lo avrà Alfio Marchini, che non unirà personalmente in matrimonio coppie gay e che spera di erodere i voti a destra della Meloni ricordando che suo nonno (costruttore arcicomunista) sosteneva che il miglior urbanista era stato Benito Mussolini.
Renzi è un formidabile comunicatore che sa unire la veemenza del linguaggio al calcolo politico. A "Porta a porta" non sono riuscito a strappargli una sillaba sul conflitto con la magistratura ed è difficile che la frase su Vangelo e Costituzione sia frutto di una distrazione. In realtà, è noto che Renzi ha molti detrattori a sinistra e un’intera area del suo partito (guidata spiritualmente da Massimo D’Alema) sta lavorando con tenacia scientifica per mandarlo a casa. La decisione di mettere la fiducia sulle unioni civili è stata una scelta politica per evitare la riapertura di un dibattito che avrebbe aperto nuove ferite a sinistra. Guai a presentarsi alle elezioni senza l’approvazione definitiva di una legge attesa da 28 anni e invocata soprattutto dai gay e da un mondo tradizionalmente progressista.
La prevalenza sull’uomo cattolico del presidente del Consiglio laico è stato il cesello finale.