Pisa, 15 giugno 2024 – “Siamo qui davanti al fiume Arno. Impariamo dai nostri fiumi. Accogliamo, da destra e da sinistra; scegliamo di fare insieme un percorso tutto nuovo. Che ci porti a ridisegnare la geografia politica di questa regione con un unico obiettivo: vincere le elezioni regionali”. Apre così il padrone di casa, il sindaco di Pisa, Michele Conti il «mini G7 toscano», ovvero il lancio del progetto “Rete Civica Toscana” la kermesse del civismo che ha messo ieri pomeriggio tutti insieme attorno ai tavolini dello «Chalet Bistrot» con vista sull’Arno a Pisa, non i sette più grandi della terra, ma i sette sindaci «civici» che governano sette capoluoghi della Toscana. Alessandro Ghinelli (Arezzo), AntonFrancesco Vivarelli Colonna (Grosseto), Mario Pardini (Lucca), Francesco Persiani (Massa), Alessandro Tomasi (Pistoia), Nicoletta Fabio (Siena) e Michele Conti (Pisa).
Foto di rito ed abbracci, i sette primi cittadini hanno preso parola uno dopo l’altro presentando «le buone pratiche amministrative dei comune nella Toscana». L’obiettivo è quello di «mettere in piedi una rete tra noi – spiega Conti -, cercando di far capire che il civismo può essere di aiuto al centrodestra unito in funzione delle regionali del 2025». Perché rispetto al passato aggiunge il sindaco di Pisa «tante persone della società civile si sono messe a disposizione per cercare di dare risposte che da troppi anni i cittadini aspettano». Sulla Toscana in particolare «sanità e infrastrutture su cui è stato fatto poco o nulla».
Tra i più fotografati e attesi Alessandro Tomasi, primo cittadino di Pistoia, candidato in pectore per le prossime elezioni regionali, che però glissa sulla sua discesa in campo. «Il mio non è l’unico nome – dice Tomasi -, il centrodestra che governa nelle città unito non ha paura di essere contaminato da altre idee. Serve fare sintesi per guardare in alto e non al ribasso. Abbiamo dimostrato che sappiamo governare. Aperti senza steccati alle persone per bene». Tanta voglia di incontrarsi tra i sette che insieme vogliono scalare la montagna di voti della sinistra toscana, una fuga in avanti non apprezzata dai partiti «una cosa non sostituisce l’altra – prova a placare gli animi il sindaco di Lucca, Mario Pardini -, ma anzi sono complementari. Le istanze del territorio non hanno colore politico».
Stesso sonetto anche per il sindaco di Massa, Francesco Persiani che crede «da civico nella forza dei partiti, anche se per la sfida regionale non basteranno, per vincere – rilancia -, serve la spinta che solo i civici possono dare». Il ritrovo dei sette, tuttavia, non è stato preso di buon grado in primis da Fratelli d’Italia. «Il civismo è importante purché sia realmente civico – scrive su Facebook, il consigliere regionale Diego Petrucci (Fdi), proprio mentre a Pisa si svolge il meeting -. Se lo compongono e invocano sindaci eletti con i voti dei partiti e, in molti casi, con la tessera in tasca, serve a poco. Si deve avere la forza di allargare veramente».
Certo è che partiti o non partiti (nessuno dei rappresentanti presenti all’iniziativa) «senza il civismo non sarei diventato sindaco» è l’esempio che fa il primo cittadino di Arezzo, Ghinelli: «non dobbiamo – spiega -, aver paura ad esporci per lavorare tutti insieme». Primi fra tutti Nicoletta Fabio, sindaco di Siena che ha trionfato grazie al sostegno delle liste civiche: «Sono un testimonianza vivente che con il civismo si vince» dice. Se la rete prendesse piede a livello regionale «piacerebbe» chiosa AntonFrancesco Vivarelli Colonna che su Tomasi candidato si sbilancia: «Ho stima e fiducia, sono attirato da chiunque possa vincere e spodestare il predominio della sinistra che blocca l’alternanza e crea cristallizzazione».
Strategia del civismo è pescare dagli allarmanti dati della scarsa affluenza alle urne, tema ricordato da tutti. «Intercettare l’astensionismo è la vera sfida del civismo» è il coro dei sette che puntano a «far tornare le persone al voto, e far capire loro che è importante il contributo di ognuno per cambiare le cose». Tra i partecipanti, capigruppo e assessori civici delle rispettive giunte che hanno presentato «le buone pratiche messe a terra» e non «mere promesse». L’evento si è poi concluso con la promessa di ritrovarsi con lo stesso format in un’altra delle sette città tra questa dal palco è stata avanzata la proposta di Arezzo (autocandidatasi) che si è offerta di ospitare il prossimo appuntamento.