LUIGI CAROPPO
Politica

"Sindaci, più tutele e stipendi adeguati. Una risorsa nel Pd: il dialogo è aperto"

Il senatore dem Dario Parrini spiega le novità legislative in arrivo: "Basta col terrore della firma"

Un seggio elettorale. Si è votato in 31 comuni per la scelta del sindaco

Firenze, 24 ottobre 2021 - Tutele e compensi: c’è una svolta per i sindaci italiani. L’annuncia il senatore toscano del Pd Dario Parrini. Senatore Parrini, lei ha fatto anche il sindaco. Conosce da vicino oneri e onori. Ultimamente sempre meno politici e non, sono disponibili per la missione da primo cittadino. "Da tempo esiste un fossato tra riconoscimento sociale e riconoscimento normativo del ruolo del sindaco. Centrale nei discorsi, misconosciuto nei fatti. Questa è una grossa ingiustizia. I sindaci hanno bisogno di più risorse e di procedure amministrative più semplici e rapide. Ma anche di tutele più adeguate, a trecentosessanta gradi". I sindaci sono una risorsa enorme. Lei si sta battendo su più aspetti per tutelare la figura durante il mandato popolare. Partiamo dalla tutela legale. "Oggi gravano sui sindaci rischi giudiziari abnormi. È assurdo vedersi perseguiti penalmente o dalla Corte dei Conti per fatti estranei a competenze espressamente attribuite dalla legge, o quando non ci sono di mezzo né dolo né colpa grave. Il disegno di legge a mia prima firma incardinato mercoledì scorso prende di petto questa questione. Gode di un consenso ampio e trasversale. Mi auguro un iter spedito. Il disegno di legge che allarga le funzioni consultive della Corte dei Conti, in trattazione nella commissione da me presieduta, va nella stessa direzione. Punta a disinnescare il terrore della firma che opprime amministratori e funzionari degli enti locali. Possiamo realizzare una svolta epocale. Ce la metteremo tutta". E poi c’è la questione relativa a stipendi adeguati "Il ddl Zanda, di cui io sono secondo firmatario e relatore, incrementa le indennità e rimuove le storture legate alla mancanza di copertura previdenziale per chi non può prendere l’aspettativa. Al pari di quello sulla responsabilità penale e erariale. E’essenziale perché riguarda tutti gli ottomila sindaci italiani e gli oltre trentamila assessori che prestano servizio nei comuni. Basta con le fumisterie dell’antipolitica e della retorica anticasta: dev’esserci proporzione tra responsabilità e impegno da una parte e trattamento economico dall’altra. Oggi non c’è. È una questione di equità, e anche di civiltà politica". Ci sono nuovi organismi che potrebbero affiancare il sindaco anche per l’aspetto più politico? "I sindaci che stanno al vertice di città metropolitane e province devono poter essere coadiuvati da una giunta composta di persone esclusivamente dedite a garantire un presidio politico all’interno di questi enti. In questo modo città metropolitane e province pur rimanendo istituzioni di secondo grado potrebbero rispondere in maniera più idonea alle esigenze dei cittadini". Torniamo alla politica vissuta. Ha letto che dicono Nardella e Biffoni: i sindaci sono una risorsa del Pd, bisogna ripartire dalla nostra esperienza anche per i prossimi appuntamenti eletto rali. Che ne pensa? "I sindaci sono indubbiamente un valore aggiunto che deve trovare una collocazione adeguata negli organismi dirigenti del Pd ad ogni livello. Nello Statuto del Pd ci sono già disposizioni in tal senso. Ma al di là di norme e regolamenti, è indispensabile la volontà politica di fare ancora di più. Non mancherà". Sindaci dem in campo. Sono un fronte compatto extra correnti dem. O no? "Detestando l’ipocrisia, ho sempre considerato il pluralismo interno una realtà ineliminabile. Detto ciò, c’è una regola aurea a cui attenersi: le componenti, e anche i sindaci nella misura in cui danno vita a un fronte compatto, sono un bene se agiscono per migliorare la rappresentatività del partito, la sua capacità di interpretare e soddisfare interessi generali. Non sono un bene se il loro scopo dominante è la ricerca di spazi di potere e di carriera. Io sono certo che tutti nel Pd sapranno essere responsabili e all’altezza della situazione. Convinzione rafforzata dalle recenti amministrative: un Pd plurale ma unito. E anche per questo vincente". Se si arriva al 2023 sarete in molti compresi i sindaci post secondo mandato a contendersi un posto in Parlamento. E gli scranni sono meno... "C’è tanto ancora da fare nell’anno e mezzo prima delle elezioni: va sconfitta definitivamente la pandemia, bisogna portare a termine le riforme per spendere bene i fondi del Pnrr. Ci dobbiamo concentrare sulla lotta alle disuguaglianze e sulla promozione degli investimenti sostenendo in maniera forte lavoratori e imprese. Tasse da abbassare, ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro, welfare da riqualificare, caro-bollette da combattere. Ora pensiamo a questo. Tanto meglio per l’Italia e per il Pd se quando la parola tornerà agli elettori il Pd avrà un numero elevato di donne e uomini di valore candidabili".