Firenze, 27 aprile 2023 – Presidente Eugenio Giani, la Toscana può essere un simbolo di sviluppo sostenibile come l'Agenda Onu 2030 chiede?
«È l’obiettivo che stiamo perseguendo e lo dimostra anche il metodo che ci ha portati ad inserire nella relazione di metà mandato ciò che abbiamo fatto su ognuno dei 17 obiettivi dell’agenda 2030. Non una promessa quindi bensì un lavoro che stiamo già attuando».
I 17 obiettivi dell'Agenda Onu fanno riferimento alle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, sociale ed ecologica – e mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l‘ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici, a costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani. Guardando la nostra realtà quotidiana sembra uno scenario auspicabile, ma di difficile realizzazione. Lei come politico e amministratore ma anche come padre pensa che davvero possiamo lasciare un mondo migliore alle giovani generazioni di quello che abbiamo trovato e stiamo vivendo?
«Sì perché dipende da noi, dalle nostre scelte e dalla capacità di immaginare la ricaduta di queste sulle nuove generazioni. Ogni azione del mio governo è parte di una visione della Toscana, inclusiva, verde e innovativa».
Conciliare sviluppo imprenditoriale con rispetto per l'ambiente. E' diventato un dovere. Come si attua in Toscana?
«Tenendo insieme la questione ambientale con quella sociale, da un lato gli investimenti per mantenere nel nostro territorio i posti di lavoro e dall’altro gli investimenti nell’economia verde intercettando incentivi nazionali perché le aziende possano riconvertire i loro processi produttivi. Dall’altro siamo impegnati per la rapida costruzione di nuovi impianti di produzione di energia rinnovabile: eolico, fotovoltaico, idroelettrico, geotermia».
Tra poco sarà dato il via al nuovo Piano di Sviluppo della Toscana. Che punti fondamentali ha?
«Tanti progetti per rendere la Toscana più innovativa, più sostenibile, più connessa, più sociale e più vicina ai cittadini. Difendere la sanità pubblica e migliorare la mobilità sono le nostre priorità e sfide che porteremo avanti grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e i fondi strutturali europei che vedono una forte compartecipazione di risorse regionali. Dall’aumento delle Case della Salute e di Comunità, alla realizzazione dei nuovi ospedali di Pisa e di Livorno e la ristrutturazione delle strutture sanitarie sul territorio. E ancora: investimenti nelle infrastrutture con i collegamenti ferroviari, strade, autostrade, porti e interporti».
Lotta alla povertà. Fondamentale pensare alle famiglie. La sua giunta ha varato la politica degli asili gratis. Potrà incidere?
«La lotta alle disuguaglianze è il tema chiave del nostro tempo, soprattutto dopo la pandemia. Con gli asili nido gratuiti 10mila bambini potranno crescere con educatori professionisti e i genitori potranno non rinunciare alle loro carriere lavorative. Una scelta che ho voluto fortemente e spero possa ispirare il governo nazionale».
E poi ci sono le categorie più fragili come anziani e disabili. Le risorse sociali dirette della Regione e i fondi nazionali riescono a dare un vero sostegno. Il progetto Vita indipendente è fondamentale come l'attuazione della Legge sul Dopo di noi.
«La persona al centro. È questo lo spirito che ha guidato sin qui la nostra azione. Mettere la persona al centro significa riconoscerne non solo i bisogni, ma anche i diritti, le aspirazioni, il desiderio di felicità. Significa un welfare pensato come un sistema che eroga non solo prestazioni e assistenza, ma che piuttosto offre percorsi e opportunità di crescita, in ogni fase della vita. È su questo che vogliamo proseguire, in tutte le nostre azioni, a partire dall’integrazione sociale e sanitaria dei servizi di presa in cura delle fragilità, degli anziani, delle persone con disabilità o non autosufficienti».
Diritti umani. Lei si batte per trasformare i Cpr in centri di formazione e inserimento. Pensa di poter raggiungere questo obiettivo?
«La Toscana con l’accoglienza diffusa sostiene da anni l’alfabetizzazione e l’inserimento lavorativo delle donne e degli uomini in cerca di un futuro. Sui rimpatri spero che il Governo prima di pensare ai Cpr rivelatisi luoghi senza garanzia di diritti umani pensi agli accordi bilaterali con gli stati di provenienza».