Pistoia, 17 novembre 2024 – L’ufficialità ancora non c’è (“spero arrivi il prima possibile...”), ma la rottura degli indugi dopo il ’patto del Chianti’ ormai è evidente. Alessandro Tomasi, ospite della trasmissione Il segno dei tempi su 50 Canale, ha parlato già da candidato in pectore della coalizione di centrodestra in vista delle prossime elezioni regionali in Toscana.
Noncurante di eventuali ribaltoni in extremis che gli incastri del puzzle politico nazionale potrebbero generare.
“Ad oggi, per noi, le primarie non si fanno – mette in chiaro il sindaco di Pistoia, rispondendo da candidato, alternando dribbling e stoccate in base alle necessità, alle domande del conduttore Francesco Ippolito, di Valentina Conte, responsabile della redazione di Pistoia de La Nazione e de Giorgio Bernardini del Corriere Fiorentino –. Ma con gli alleati abbiamo già pronto un calendario per rivederci e discutere del programma e dei punti salienti. Al netto del candidato. Il centrodestra deve essere unito e allargarsi il più possibile, è imprescindibile per arrivare alla vittoria – snocciola –: del resto la storia ci dice che dal 1994 la sintesi fra di noi è possibile. E di sicuro – è il primo dardo verso il centrosinistra – non siamo noi quelli che vogliono mettere insieme le mele, Movimento 5 stelle, con le pere, Italia Viva”.
In compenso l’apertura a ciò che c’è al di fuori dei partiti è pressoché totale, come dimostrato anche dal suo percorso pistoiese: “Fa parte della mia storia politica – ricorda il coordinatore regionale di FdI –: ben venga un civismo autentico che può aggiungere spunti e temi importanti”. Sull’incognita di quando si vota, Tomasi si sfila: “Al momento non abbiamo ricevuto indicazioni sulle tempistiche della tornata elettorale – ammette – di sicuro c’è che noi siamo già partiti: coalizione al lavoro come se si votasse a ottobre, poi vedremo”.
Al netto del fronte elettorale, gli spunti più interessanti Tomasi li offre sulla Multiutility. “Senza continueremmo ad avere decine di piccole aziende pubbliche che non si possono permettere di fare investimenti verso la transizione ecologica. La Lega vuole tenere fuori l’acqua? Oggi paghiamo le tariffe più alte e le infrastrutture sono obsolete: occorre una società che attrae capitale”. E nella Multiutility, secondo il Tomasi-pensiero, potrebbe rientrare anche il trasporto politico locale.
“Non ero d’accordo al lotto unico e ora sento grandi preoccupazioni visto che At chiuderà in perdita di qualche milione – rivela –. Per questo abbiamo chiesto che nello statuto della Multiutility sia inserito anche il Tpl, per avere un soggetto che nell’emergenza possa riprendere il lavoro fatto in precedenza”.
Infine le stoccate. “Rifiuti? Il piano della Regione non è un piano: non localizza gli impianti, chiude ai termovalorizzatori ma non chiude il ciclo dei rifiuti. Fi-Pi-Li e aeroporti? Sono temi vecchi di venticinque anni. La verità è che in questo lasso di tempo il governo della Regione non ha chiuso nessuna partita significativa sul fronte infrastrutturale”. L’auspicio di Tomasi è che sia il ’suo’ centrodestra a far segnare il punto.