Firenze, 28 settembre 2023 – Passa, ma che fatica. E soprattutto quanti interrogativi restano ancora senza risposta. Il Piano di Economia circolare ottiene il via libera dal consiglio regionale toscano; rimangono tante incertezze che i prossimi sessanta giorni dedicati alle osservazioni potranno, si spera, cancellare almeno in parte.
Il Piano rifiuti, firmato dall’assessora all’Ambiente Monia Monni e sostenuto con forza dal governatore toscano Eugenio Giani, adesso cala dal dibattito politico sui territori, passando per le scrivanie delle imprese che devono realizzare gli impianti (sette sono in mano ad Alia, holding Multiutility).
Interrogativi politici e tecnici a bizzeffe, la strategia innovativa della Toscana dà risposte ma non a brevissimo termine e alimenta ancora le frizioni dentro il Pd. Per capire le divisioni dem basta leggere le dichiarazioni di voto ieri in consiglio regionale.
Francesco Gazzetti, consigliere Pd livornese, vicinissimo alla posizione del segretario toscano Emiliano Fossi (prima si approva poi si discute in direzione dem): "743 sono i giorni trascorsi dal primo intervento dell’assessore Monia Monni. Da allora sono cambiate molte cose, ma non la determinazione di offrire alla Toscana un Piano innovativo inserito in uno scenario normativo solido". Ora "siamo di fronte a una pagina importante e a buon metodo, quello del confronto".
E leggete cosa ha detto il compagno di partito, Andrea Pieroni (consigliere dem pisano che in queste settimane ha posto molti dubbi). Oltre alla chiamata collettiva verso "atteggiamenti coraggiosi e responsabili", ha sottolineato che "il Piano deve guardare essenzialmente ad un percorso che porti all’autosufficienza dei territori e dei singoli Ato".
Altra questione è legata alle discariche: "Se nel Piano la discarica è la maglia nera tra i sistemi di smaltimento dei rifiuti, l’ampliamento di Peccioli mal si concilia". E ha fatto capire chiaramente il disagio della Costa e della Provincia di Pisa evidenziando la necessità di lavorare per un maggiore equilibrio territoriale. Conseguenza: Pieroni al momento del voto non era presente in aula.
Eugenio Giani ha però garantito: "L’area pisana sarà salvaguardata". Il segretario Pd Fossi esulta e rassicura: " Questo è il punto di partenza per gli obiettivi, in primis quello dell’autosufficienza dei singoli Ato". Il presidente toscano si è battuto come un leone in questi giorni dentro il partito: petto in fuori per far capire che lui e la sua giunta si giocavano credibilità e futuro. "Si approva, è un ottimo piano per puntare all’innovazione che avrà ricadute sull’ambiente e speriamo sulle bollette" ha ripetuto. Da un punto di vista tecnico il puzzle degli impianti ha diverse tessere mancanti. 18 impianti, tecnica innovativa, addio definitivo ai termovalorizzatori, capacità di riciclare aumentata per ricorrere il meno possibile alle discariche, anzi puntare a produrre idrogeno e metanolo dalla lavorazione degli scarti.
Il piano andrà a pieno regime tra diversi anni. Si guarda al 2028. E intanto? Chi si trova meglio? Non certo Firenze, la Piana, Prato e Empoli nonostante la spinta alla raccolta differenziata. Gli impianti non assicurano al momento l’autosufficienza della Toscana Centro. Qualcosa si muove però, come ad esempio l’impianto di Montespertoli dove Alia ha realizzato il biodigestore che da rifiuti organici produrrà compost e biometano. Nella lista però non c’è più il gassificatore Alia bocciato ad Empoli, ci sono le incertezze per l’impianto di Montale e per il destino di quello di Serravalle. E poi resta aperta la questione degli scarti industriali: quali benefici dal nuovo piano regionale per i rifiuti urbani?