FRANCESCA BIANCHI
Pontedera

A Riparbella il muro di Daniel Munoz è una mappa del borgo con tutte le sue storie

L'arte nasce dal basso grazie al festival "La collina delle fiabe". Coinvolti anche le storiche cuoche e i bambini delle scuole

la parete  in piazza Giacomo Matteotti  a Riparbella

la parete in piazza Giacomo Matteotti a Riparbella

Passeggiare per Riparbella è un viaggio tra storie, suggestioni, colori. Sono sei i murales di grandi dimensioni, dipinti da altrettante star dell’arte urbana a livello internazionale, che sono in corso d’opera e andranno ad aggiungersi alle due opere già presenti (“La Gioia” in Via di Piazzetta-Piazza della Madonna e “Universo Riparbella” in via della Noce). Un progetto battezzato “La collina delle Fiabe” - voluto dal Comune, realizzato grazie all’associazione Start Attitude e con la collaborazione della Proloco- che ha trasformato il borgo prima in un laboratorio, poi in una galleria a cielo aperto. Un esperimento (riuscito) di arte partecipata, che coinvolge direttamente il pubblico nel processo creativo. Tra gli artisti ‘in campo’ c’è l’artista spagnolo Daniel Munoz. Il suo murale – che sta emergendo su una grande parete orizzontale in piazza Giacomo Matteotti - ‘entra dentro’ la parte storica della Riparbella e per realizzarlo, in queste settimane, Munoz ha incontrato e ascoltato la popolazione. In attesa di trovare il titolo della sua opera, che arriverà solo una volta messi da parte gli ‘attrezzi da lavoro’. Quali sono i temi che verranno rappresentati nell’opera e quali storie raccontano? “Sarà una mappa degli spazi già abitati dal tempo e di quelli non ancora abitati, sottolineando il passato e il futuro, nonché una profondità e un’umanità difficilmente mappabili. Le mappe possono aiutarci a comprendere la vita in luoghi in cui non siamo mai stati. Il murale serve come segno del presente”. Quali emozioni sono scaturite dall'incontro con la popolazione? “Sono stati incontri tutti molto diversi e tutti interessanti. Un esempio? Le storiche cuoche di Riparbella che si danno appuntamento ogni pomeriggio in piazza del Popolo. Poter vedere la chiesa con Don Bruno e ascoltare la sua storia è stato molto emozionante. La conversazione con Cesare Turchi, partigiano e fondatore della Proloco, è stata bellissima”. Anche i bambini delle scuole hanno dato il loro contributo…. “Assolutamente sì. Ho incontrato la 3° E, ho proposto un gioco che prevede la creazione di luoghi che ancora non esistono, da collocare preferibilmente fuori dal contesto urbano. Per esempio, monumenti ed edifici per il futuro di Riparbella. Tutti questi lavori verranno raccolti e si aggiungeranno alla mappa”. C’è qualche aspetto di Riparbella che ha attirato maggiormente la sua attenzione? Un tratto singolare, un angolo particolare, una caratteristica degli abitanti? “La forma della città: è una linea, perfetta per raccontare storie. Può essere vista come una linea geografica, ma anche come una linea del tempo, o come una traccia sul paesaggio... Ma la gente è il vero tesoro in cui mi sono imbattuto”. Quali son i colori che domineranno sulla parete? “Il verde, lo stesso di tutte le finestre di Riparbella. È un gesto di rispetto e armonia con il contesto architettonico. La mappa sarà realizzata in bianco e nero, in modo che le informazioni possano essere tradotte in modo più semplice e diretto. In questo progetto l'uso di colori suggestivi interromperebbe la sua funzione, togliendo valore alla simbologia e alle informazioni, come su qualsiasi mappa”. C'è un messaggio? “Il messaggio principale è che l’arte pubblica deve avere una reale funzione sociale, creata nella comunità, con la comunità e per la comunità".