REDAZIONE PONTEDERA

Affari, ambiente e attività illecite. Dallo scandalo keu ai campi blu. I volti della criminalità in provincia

Il rapporto Irpet ricostruisce il fenomeno dell’illegalità e cita i casi più importanti degli ultimi tempi. Pisa in primo piano anche per il business della droga: qui il 25% di quanto sequestrato in Toscana. .

Affari, ambiente e attività illecite. Dallo scandalo keu ai campi blu. I volti della criminalità in provincia

Si parla dell’11,7% del prodotto interno lordo. Ben 1,2 miliardi di euro. Tanto vale in Toscana, secondo l’ultimo rapporto dell’Irpet, l’economia connessa alle attività illegali. Terra di appetiti ignobili, la Toscana. Del resto la Direzione Investigativa Antimafia nelle sue relazioni sottolinea "che sebbene le mafie non esprimano nella regione uno stabile radicamento territoriale, la Toscana si conferma una delle aree privilegiate per attività di riciclaggio e più in generale per la realizzazione di reati economici finanziari su larga scala", per la multiforme e variegata ricchezza del suo territorio.

Un rapporto che analizza a trecento sessanta grada il fenomeno dell’illegalità. Mettendo sotto la lente anche l’eccesso di mortalità – la fine di un’impresa – che dà conto della presenza di realtà per le quali è più difficoltosa l’attività di accertamento fiscale. I casi di mortalità anomala (in eccesso) – si legge – si addensano per lo più nei settori dell’abbigliamento e della pelletteria e calzature. Poi c’è la droga, il business del narcotraffico nel quale la provincia Pisana svolge un ruolo centrale: "negli anni tra il 2014 e il 2022, l’80% delle quantità sequestrate in Toscana si è suddiviso tra Livorno (35%9), Pisa (25%) e Firenze (19%)".

Nella relazione, poi, anche uno dei casi che, negli ultimi anni, ha sconvolto la Toscana e il territorio. Lo scandalo Keu, dal nome di un particolare rifiuto costituito dalla cenere derivata dall’incenerimento dei fanghi di risulta della depurazione delle concerie. Questo rifiuto – si legge – veniva conferito dall’impianto di depurazione Aquarno a un impianto di recupero di inerti, gestito da un presunto affiliato alla ‘ndrangheta. In questo impianto il Keu, "pur contenendo sostanze altamente inquinanti, tossiche e nocive, come il cromo e altri metalli pesanti, veniva mescolato con terra o altri inerti e trasferito a cantieri che lo utilizzavano per sottofondi stradali".

I siti trovati inquinati da Keu sono 13 tra cui il sottostrada della Sr 429 a Empoli, poi l’area ex Vacis a Pisa "dove sono state fatte opere stradali e di urbanizzazione (qui il solo cromo risulterebbe 50 volte oltre la soglia), un’azienda con maneggio ai Lecci di Peccioli. Altri valori 20 volte superiori sarebbero stati rilevati nell’area di Crespina Lorenzana di Pisa nei pressi di cantieri dell’acquedotto". Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, la gestione abusiva del Keu avrebbe consentito ingenti risparmi, tagliando i costi di circa 24 milioni di euro.

Ma soltanto un anno prima della conclusione dell’indagine Keu – ricorda il rapporto – nel 2020 si conclude l’indagine "Blue Mais" secondo la quale sarebbero state smaltite illecitamente 24mila tonnellate di rifiuti speciali del distretto conciario spacciandoli per ammendanti in oltre 150 ettari di terreni a granoturco e girasole, tra Palaia, Castelfiorentino, Montopoli, San Miniato, Montaione, Fucecchio, Castelfranco, Cerreto Guidi. Per Blu Masi il processo è in corso in tribunale a Pisa.

Carlo Baroni