Una notte scandita dalla paura al pronto soccorso di Volterra, dove un 26enne straniero ha aggredito il personale sanitario e poi i carabinieri, una volta portato in caserma. "L’aggressione avvenuta al pronto soccorso è un fatto grave, che ci impone di condannare fermamente ogni forma di violenza, ovunque essa accada. Ma ci impone anche di riflettere su cosa possiamo fare, come Istituzioni e come comunità, per evitare che episodi simili si ripetano. Limitarsi a una condanna sui social, per quanto immediata, non risolve il problema. Anzi, la corsa al “voler arrivare per primi“ nel commentare rischia spesso di oscurarne la complessità – dice il sindaco Giacomo Santi – Viviamo in un’epoca segnata da forti tensioni sociali, in cui l’esposizione sui social media domina le nostre giornate. Piccoli gesti, come una telefonata, un incontro o uno scambio di idee, permettono di costruire quel quadro indispensabile per comprendere e affrontare situazioni complesse. Solo così possiamo davvero iniziare a prevenire episodi di tensone e conflitto".
Per il sindacato Nursind, "I pronto soccorso non sono adeguatamente presidiati da personale di vigilanza e non si può chiedere al personale sanitario di farsi carico anche della propria protezione. Come abbiamo già avuto modo di dire per episodi simili, la nuova norma che prevede l’arresto immediato non è un deterrente sufficiente ad evitare le aggressioni e quindi, da parte nostra, chiediamo che nei pronto soccorso siano ripristinati o posti fissi di polizia In particolare in quei pronto soccorso con accessi giornalieri molto elevati. In alternativa, abbiamo chiesto che le guardie giurate abbiano più potere di intervento".