CARLO BARONI
Cronaca

Ex pilota Aghini massacrato dai ladri, racconto choc: "Ho rischiato di essere ucciso"

Il racconto dell’ex campione di rally tornato a casa con trenta giorni di prognosi. Ieri sopralluogo del Ris

Fauglia, ex pilota aggredito in casa dai ladri. Il racconto choc: «Erano in quattro, mi hanno massacrato»

Fauglia, ex pilota aggredito in casa dai ladri. Il racconto choc: «Erano in quattro, mi hanno massacrato»

Fauglia (Pisa), 31 gennaio 2024 – Andrea Aghini, l’ex pilota di rally, livornese, negli anni ’90 vincitore di un Sanremo, ieri è stato dimesso dall’ospedale ed è tornato a casa con trenta giorni di prognosi per il pestaggio subito da quattro banditi che lo hanno rapinato, venerdì scorso dopo cena, nella sua casa di Fauglia in via Vallicella.

Ha due costole rotte, il naso fratturato, un occhio nero e contusioni alla testa e alla mandibola. Ma sta meglio. "Mi sto rimettendo, è iniziata la discesa come si dice da queste parti", dice Aghini. Ieri, una volta a casa, sono arrivati anche i carabinieri del Ris – ci spiega – per cercare impronte ed elementi che potrebbero essere determinanti alla indagini, che sono in pieno svolgimento. Si cercano quattro uomini, forse cinque: la fuga dei malviventi fu su un’Audi nera, verosimilmente guidata da un palo.

Lei ricorda tutto?

"Fortunatamente sì. Ero sceso in giardino per andare a mettere a letto mia madre, che abita praticamente accanto. Le nostre case sono distanti trenta metri. Mi trovano sul retro, più o meno alle 21,30, quando fui avvicinato da un uomo incappucciato. Ho subito reagito e l’ho messo a terra".

A quel punto è iniziato il pestaggio

"Mi sono saltati addosso gli altri tre. Non ho avuto scampo. Mi hanno colpito con una scarica di calci e pugni, ed hanno proseguito anche quando ero a terra. Poi mi hanno messo un asciugamano in bocca, per impedirmi di urlare, di chiedere aiuto, e mi hanno trascinato dentro casa per aprire la cassaforte".

A quel punto cos’è successo?

"Ho continuato a divincolarmi, e ad un certo punto, pur con la bocca tappata, sono risuscito a farmi sentire, a lanciare delle urla. Sotto casa c’è un autoscuola, stavano ancora lavorando. Hanno capito che di sopra stava accadendo qualcosa di grave, sono usciti e si sono attaccati al campanello. Quella, devo dire, è stata la mai vera fortuna: i banditi, sentendo gente, hanno capito che rischiavano tanto e si sono dati alla fuga. Altrimenti non sono come sarebbe andata a finire: si tratta di soggetti pericolosi che, a quel punto, potevano fare qualsiasi cosa, continuare a picchiarmi, o magari darmi una coltellata e uccidermi".

Erano armati?

"Non lo so. Io non ho visto armi".

Lei li ha visti in volto?

"Solo uno, sono riuscito a vederlo un attimo negli occhi. Gli altri no. Erano tutti vestiti di nero, con il cappuccio nero, i guanti e il volto travisato".

E’ riuscito a capire se si trattava di soggetti stranieri o italiani, se erano un gruppo di giovani?

"Avranno detto due parole, non potrei assolutamente dire se erano stranieri o italiani. Sull’età, diciamo, posso dire qualcosa per deduzione: da come picchiavano e si muovevano con forza, probabilmente, si tratta di persone sostanzialmente giovani, magari trentenni o quarantenni".

Ha avuto paura?

"Non ho avuto neanche il tempo di avere paura. Tutta l’azione sarà durata sei minuti".

Aveva mai subito furti prima di quest’episodio?

"Ci fu un tentativo. Ma risale ad una decina di anni fa. Un colpo fallito nel quale con un buco nel muro cercarono di arrivare alla cassaforte".

Pensa che sia stato un colpo mirato ed organizzato?

"Non posso dire se, magari, mi pedinavano da giorni e si erano organizzati per un’azione proprio mirata su di me. Può anche darsi che si tratti di una banda di malviventi venuta qui per rubare e che poi si è trovata davanti ad una situazione diversa a quella ipotizzata: la mia presenza e anche la mia reazione".

Sono scappati in fretta e furia, portando comunque via alcuni oggetti di valore. Giusto?

"Si. Hanno preso quello che hanno trovato nella cassaforte, tre orologi, bracciali e anche del materiale elettronico che era in casa".