L’attenzione torna sulla discarica di Chianni, riaperta da mesi per le operazioni di nuovo conferimenti finalizzati alla messa in sicurezza definitiva. Un passaggio – durato oltre vent’anni, da quanto fu provvisoriamente chiusa nel 1998 in attesa della gestione finale – che è stato al centro di polemiche roventi e che ora torna sotto il tiro della polemiche.
E’ il Coordinamento No Valdera Avvelenata, che ora parla di alcuni imballaggi rotti, ad accendere il dibattito, richiamando l’attenzione sul vento e sul maltempo che possono soffiare sui teli e sui sacchi. "Ci piacerebbe sapere cosa ha da dire il sindaco di Chianni Giacomo Tarrini, che fece venire ingegneri e studiosi per rassicurare la propria comunità – si legge in una nota – : seppellire 270 mila metri cubi di amianto in Grillaia era una cosa che poteva essere fatta e che anzi, sarebbe servita a mettere definitivamente la discarica in sicurezza".
"Addirittura, per fare digerire meglio la minestra disse che avrebbe nominato una persona di sua fiducia per controllare che i conferimenti dell’amianto fossero sempre ben confezionati e ben sotterrati – prosegue il comitato –.Una opportunità da non perdere perché avrebbe portato nelle casse comunali una compensazione in denaro col quale si poteva tenere aperto asilo, palestra ecc".
Il Coordinamento No Valdera Avvelenata – viene ribadito in questa nota – ha sempre ritenuto profondamente ingiusta la delibera 629 del 25 maggio 2020 della Regione Toscana che autorizzava la riapertura della Grillaia: per questo motivo, con la manifestazione del 4 marzo 2023 e del 26 ottobre 2024 a Pontedera ne abbiamo chiesto il ritiro, il blocco del conferimento dell’amianto e la sua bonifica".