Pontedera, 6 novembre 2015 - A quarantanove anni dall’alluvione arriva la notizia più importante, o comunque fra le più importanti, per la difesa di Pontedera, del Romito, Val dicava e Ponsacco. Ben 50 mila persone saranno più sicure con la nuova cassa di esondazione di Valdicava, nome che dice già tutto della sua pericolosità idraulica essendo per natura una zona invasa dall’Era in piena, ma che presto lo sarà in maniera, per così dire, scientifica e programmata. Fino ad ora è stato un argine, costruito negli anni ’90 dopo le tre piccole (ma non troppo) inondazioni di Valdicava e del Romito, a proteggere casolari sparsi e i due centri abitati attigui lungo la via delle Colline e a cavallo fra i confini comunali d Pontedera e Ponsacco. Un argine che all’inizio si rivelò anche di altezza inusuale, difetto poi sistemato, ma che soprattutto non è sicuro e risolitivo al cento per cento come lo sarà, lo dovrà essere, la cassa d’esondazione con capacità di 1 milione e 2000 mila metri cubi d’acqua.
Acqua che dunque non arriverà più a Pontedera, vittima 49 anni fa proprio dell’Era – ma se avesse rotto l’Arno sarebbe stato molto peggio e ci sarebbero state vittime – come lo furono negli anni ’90 il Romito e Valdicava, quest’ultima non ancora cresciuta come ora. Mentre la rottura dell’argine avvenuta due anni fa a Ponsacco fu colpa soprattutto dell’argine stesso ma pur sempre in un quadro di piena che la nuova cassa regimenterà in maggiore sicurezza. Il cantiere partirà l’anno prossimo e sarà concluso entro il 2017, questo prevede l’accordo firmato ieri l’altro, 4 novembre 2015, fra Stato e Regione insieme agli altri nove finalizzati alla sicurezza dell’intero bacino dell’Arno. Con l’augurio e la speranza che i tempi siano rispettati, anche se sarebbe stato un risultato idealmente più significativo avere questo nuovo presidio entro il 4 novembre dell’anno prossimo. Quando sarà ricordato il cinquantenario dell’alluvione che il mondo intero chiama «di Firenze» e che qua si chiama «di Pontedera».
La nuova cassa non è comunque la prima lungo l’Era perché già sono state realizzate quella del Roglio alla periferia di Forcoli e quella sull’Era alla Sterza, mentre è importante anche la zona di espansione naturale di Capannoli. Dove l’Era deve sfogare le sue piene senza che ciò preoccupi. I cittadini dovranno infatti imparare che l’acqua nei campi di Sant’Andrea di Forcoli o di Capannoli sono una garanzia per la Valdera di pianura. Ci sono poi le casse già realizzate sul torrente Cascina, affluente dell’Era fra Ponsacco e Pontedera che ha più volte rovinato la piana cevolese fino a Ponsacco. Insomma, qualcosa di importante è stato già fatto e con la nuova cassa – in effetti sono due ma contigue e posizionate sulla riva destra dell’Era – sarà sicuramente fatto un altro passo in avanti. Stavolta senza progetti irrealizzabili come fu, una trentina d’anni fa, quello di far espandere le piene dell’Era nella piana fra Peccioli e Terricciola, dove però erano nel frattempo sorte fabbriche, empori e abitazioni.