La rinascita sgorga e si irradia in uno dei luoghi più drammaticamente simbolici dell’alluvione che, lo scorso 23 settembre, ha devastato l’area de La Gabella. Il bar La Gabella, distrutto dalle furie della natura matrigna e dal torrente Sterza le cui acque impazzite hanno scatenato l’inferno sulla terra, torna a riaprire al pubblico. Il 29 novembre, alle 18.30, i titolari del bar offriranno un’apericena alle tante persone e ai tanti volontari che in queste settimane hanno teso una mano a un locale che è punto di aggregazione e riferimento per una comunità intera. Poi, il giorno successivo, il bar alluvionato, chiuso da quasi due mesi, alzerà ufficialmente la saracinesca.
"L’immagine del bar ricoperto dal fango è uno dei fotogrammi più emblematici, ancora impressi nella nostra mente da quel tragico 23 settembre – sottolinea il sindaco Francesco Auriemma – la riapertura del locale rappresenta la vita. Vita che torna a pulsare in una zona completamente annientata dall’alluvione. La riapertura del bar è un pensiero positivo che guarda al futuro. Un orizzonte che scruta verso un ritorno alla normalità che, al momento, è scandito ancora da lentezza. Dobbiamo capire a quanto ammonterà la somma governativa destinata al Comune di Montecatini Valdicecina per l’emergenza nazionale". E c’è un aspetto psicologico da non sottovalutare: la paura che scorre nella comunità a ogni pioggia.
"Ad ogni allerta meteo si teme il peggio - riprende Auriemma - nella nostra comunità c’è chi vuole superare il tremendo choc, ma c’è persino chi medita di trasferirsi altrove, per il terrore di vivere un daccapo così drammatico e carico di angoscia". Ma c’è anche chi ha la forza di rialzarsi da un cumulo di macerie: "Il 29 novembre – dice Claudia Zucchetti, titolare del bar La Gabella - ringrazieremo tutti coloro che ci hanno aiutato e il 30 novembre riapriremo. Penso all’associazione Cacciatori che ci ha donato mille euro per ripartire. Gesti che non dimenticheremo mai. Riaprire è una rivincita contro ciò che abbiamo subìto. E’ un atto che dedichiamo non solo, come ho detto, a tutti coloro che ci hanno supportato, ma anche alla nostra comunità. Perché un locale, in questo microcosmo che è La Gabella, è un punto di riferimento a tutto tondo per la popolazione. Abbiamo fatto sacrifici enormi in queste settimane scandite, in alcuni momenti, anche dalla disperazione nel veder distrutto il lavoro di 30 anni".
"E’ stato un colpo al cuore. E’ stato come vivere un lutto. Ma vogliamo ripartire con questa grande scommessa: ricostruire ciò che è stato perso per infondere speranza nella nostra comunità. Rimboccarsi le maniche – chiude Zucchetti – è l’unica via per superare questo dramma e ricominciare".