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Alta Valdera, il boom del turismo "In 30 anni è cambiato il mondo"

Parla la famiglia Barbafieri, la prima ad aprire un agriturismo nell’ormai lontano 1991 "Ci voleva coraggio e lungimiranza, oggi invece qui atterrano perfino gli elicotteri privati".

"Era il primo aprile del ‘91 quando abbiamo ospitato i primi visitatori tedeschi, i cipressi dell’ingresso erano ancora bassi. Mi ricordo questa macchina piena di bagagli sul portapacchi. Se ripenso oggi a quei giorni mi sembra incredibile che adesso al posto di quella macchina ci siano gli elicotteri degli ospiti del Teatro del Silenzio". A parlare è Giancarlo Barbafieri, titolare della Mandriola adesso diretto insieme al figlio Enrico, il primo locale della zona a ricevere la licenza per il suo agriturismo. "Amo la natura – racconta – e in questo casale immerso tra il verde delle colline di Lajatico ho visto un grande potenziale. In quel momento era difficilmente immaginabile intuire ciò che sarebbe diventato questo luogo e il richiamo che avrebbe avuto per i visitatori di tutto il mondo (il Teatro del Silenzio sarebbe sorto soltanto una decina di anni dopo, ndr). In quegli anni c’era ’solo’ un casale da ristrutturare e un panorama incredibile. Così ho scommesso su questa formula nuova per questa zona: l’agriturismo. Un modo per unire l’ospitalità e la ricezione degli ospiti con la produzione agricola e la campagna".

Siamo a pochi metri dal luogo in cui ogni anno il silenzio si interrompe per lasciare spazio alla musica durante lo spettacolo ideato dal padrone di casa Andrea Bocelli. Un teatro naturale ormai conosciuto in tutto il mondo. "In un’epoca in cui le comunicazioni non erano così veloci – continua – e le recensioni erano il passaparola chi veniva qui rimaneva per il primo quarto d’ora senza parlare, incantato dal paesaggio. Molti degli ospiti di allora sono tornati a trovarci, molti ci scelgono come luogo in cui poter radunare la famiglia. O come luogo per celebrare e festeggiare i matrimoni. Anche dall’altra parte del mondo". Anno dopo anno la struttura si è ampliata, di volta in volta recuperando i fabbricati esistenti.

L’unicità del luogo è sicuramente una delle caratteristiche principali della struttura, a questo si aggiunge la fedeltà a quella che è l’architettura e l’accoglienza toscana. "In questi giorni – conclude – in cui siamo così impegnati per il grande movimento generato dal Teatro del Silenzio ripenso spesso a quelle prime macchine che hanno varcato quel cancello, a quanto abbiamo costruito e a quanto ognuno che passi da qui ci lasci qualcosa di sé. In fondo, sebbene il turismo sia molto cambiato, è nella ricchezza dello scambio il senso del nostro lavoro".

Sarah Esposito