Val di Cecina (Pisa), 14 giugno 2024 – Esposto all’amianto senza le adeguate protezioni. Enel sarà costretta a pagare un risarcimento di 118mila euro nei confronti dell’ex dipendente Franco Berti. È questa la decisione della Corte d’Appello di Firenze che ha riconosciuto il danno professionale causato dall’esposizione prolungata alle fibre di amianto. Berti, originario di Castelnuovo Val di Cecina e residente a Pomarance, in provincia di Pisa, aveva lavorato dal 1958 al 1967 alle dipendenze della Società Cooperativa Nuova Liberlavoro che forniva manodopera a Chimica Lardarello Spa, e successivamente ad Enel Spa. Quest’ultima, secondo quanto accertato dal Tribunale, era l’effettivo datore di lavoro dell’uomo, che è stato esposto all’amianto durante tutto il periodo lavorativo senza adeguate protezioni, circostanza che lo aveva fatto ammalare di asbestosi nel 2014. L’asbestosi è una malattia polmonare cronica conseguente proprio all’inalazione di fibre di amianto.
A rendere nota la notizia è stato un comunicato diffuso dall’osservatorio nazionale amianto. "Una storia lunga – racconta Berti – in questi anni ho pensato spesso di mollare e, se siamo arrivati alla sentenza di oggi, devo ringraziare soprattutto l’avvocato Ezio Bonanni che mi ha spinto ad andare avanti, non solo per me, ma affinché questo processo potesse essere un segnale per ottenere giustizia. In questi anni abbiamo conosciuto tante storie simili alla mia e non tutti hanno la forza e la possibilità di affrontare, oltre alla malattia, anche un lungo processo".
Tutto comincia con il riconoscimento della patologia professionale da parte dell’Inail e Berti nel 2015 avvia un’azione legale per ottenere il risarcimento del danno subito ottenendo ragione nel 2020 già in primo grado dal Tribunale di Pisa che aveva emesso una sentenza di risarcimento, impugnata da Enel. "Questa sentenza rappresenta una vittoria importante per Franco Berti – commenta l’avvocato Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto – e un monito significativo per le aziende sull’importanza della sicurezza sul lavoro". Sentenza che potrebbe essere impugnata da Enel che in una nota precisa "di non essere stata datore di lavoro del ricorrente e di avere sempre adottato le misure di protezione e di salvaguardia a tutela delle condizioni di lavoro, precorrendo anche la normativa nel tempo vigente". A seguito del deposito delle motivazioni della sentenza Enel valuterà una possibile impugnativa davanti alla Corte di Cassazione.