Appuntamento con l’assassino. L’arrestato: "Mi sono difeso". La lite scoppiata per soldi

Nella confessione agli inquirenti Kristian Emanuele Nannetti ha ricostruito l’omicidio. La parole del suo avvocato, Massimiliano Calderani. Oggi l’interrogatorio di garanzia. .

Appuntamento con l’assassino. L’arrestato: "Mi sono difeso". La lite scoppiata per soldi

Nella confessione agli inquirenti Kristian Emanuele Nannetti ha ricostruito l’omicidio. La parole del suo avvocato, Massimiliano Calderani. Oggi l’interrogatorio di garanzia. .

"Ha raccontato tutto, non ha pianto, ma avrebbe avuto tanta voglia di farlo", dice l’avvocato Massimiliano Calderani che ha assistito Kristian Emanuele Nannetti che, davanti ai poliziotti ed al pubblico ministero Giovanni Porpora, ha confessato di aver ucciso con quattro coltellate Flavia Mello Agonigi, 54 anni, la brasiliana – ma cittadina italiana – scomparsa da Pontedera nella notte fra l’11 e il 12 ottobre scorsi. Nannetti, meccanico con un impiego saltuario, è stato arrestato giovedì sera dalla squadra mobile con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. "E’ sconvolto – dice il suo legale –, consapevole della gravità di quello che è successo e del suo gesto. Ma, pur con il massimo rispetto della vittima di questa tragedia, il mio assistito è anche una persona che, pur responsabile del delitto, ha bisogno di aiuto, anche psicologico". Nannetti – da quanto abbiamo appreso – è rimasto senza genitori, vive da solo da tempo, sbarca il lunario con qualche lavoretto saltuario e nel piccolo paese di Sant’Ermo di Lari era tornato da poco, vivendo in una casa di fortuna, senza mobili e senza energia elettrica. Dopo il delitto è rimasto chiuso in casa per giorni: "uscivo pochissimo, solo per distrarmi", avrebbe spiegato. Una cittadina l’avrebbe visto sulla panchina in piazza della chiesa – a due passi dalla macchina di Flavia – che imprecava, disperato ed arrabbiato.

Ma torniamo indietro. All’11 ottobre scorso. Flavia cena con il marito, poi dice che esce con le amiche come spesso succede. Si trucca, si veste bene, si mette la parrucca e con la Opel Mokka raggiunge il Don Carlos di Chiesina Uzzanese. Qui, per molti è Gaia. Bella, elegante, curata. Molti la conosco. Ed a molti piace. Si trattiene fino all’1,30 circa, quando dice all’amica "Ho un appuntamento". Ma non sa che sarà l’ultimo.

Lei, Flavia-Gaia, è una donna sicura, determinata, orgogliosa – così ce l’hanno descritta le amiche in questi giorni di appelli e di ricerche – che sa benissimo come gira il mondo, e si sa muovere nelle situazioni. Una donna attenta e prudente. Anche quella sera, evidentemente, si era sentita sicura. Stava andando a casa di un uomo che – da quanto emerso – conosceva da due anni, e con il quale avrebbe avuto già un incontro: infatti sul cellulare di Nannetti il contatto della 34enne è in rubrica salvato come Gaia T. Flavia passa sotto la telecamera di videosorveglianza in zona Santo Pietro Belvedere che inquadra la targa della sua auto. E’ l’ultima traccia. Poi sparisce lei. E sparisce la macchina. Che in realtà resterà parcheggiata in piazza della chiesa fino alla svolta delle indagini. Arrivata a destinazione Nannetti la fa entrare in casa: l’accordo è per un incontro a pagamento. Ma succede qualcosa: scoppia una lite sul prezzo, perché lei avrebbe preteso soldi in più per essere arrivata da lontano. "Mi sono difeso", avrebbe raccontato il 34enne. Secondo Nannetti i due si sarebbero spintonati più volte, la vittima lo avrebbe preso per il collo e lui, sentendosi soffocare, l’avrebbe colpita in testa con una bottiglia d’acqua. La donna avrebbe reagito ancora, afferrandolo per il collo. Lui, a quel punto, non c’avrebbe visto più, avrebbe afferrato un coltello e l’avrebbe colpita almeno 4 volte fra la spalla e l’addome. Nel panicoha preso il corpo, raggiunto la cantina, e gettato i resti di Flavia in una cisterna insieme all’arma del delitto.

Scatta l’allarme scomparsa. A darlo è il marito della vittima. Iniziano le ricerche. La prima ipotesi di allonamento volontario resta rapidamente senza riscontri, mentre crescono i sospetti che a Flavia sia successo qualcosa di grave. La Procura apre un fascicolo in cui si ipotizza il reato di omicidio e la vita della Mello Agonigi finisce sotto la lente. Un’attività investigativa imponente, quella messa in campo dal Commissariato di Pontedera e dalla Squadra Mobile, coordinati dal pm Porpora: agenti al lavoro 24 ore su 24 che, il tredicesimo giorno dalla scomparsa, chiudono il cerchio. Ritrovano Flavia e arrestano il suo assassino. Decisivo il ritrovamento dell’auto grazie a Google maps. Individuato il corpo gli agenti sono saliti in casa da Nannetti, che stava dormendo, e non si era accorto che in cantina i poliziotti avevano trovato Flavia.

Carlo Baroni