Santa Croce, 4 marzo 2015 - Oggi rappresentano circa il 50% del business dell’interinale. Vengono assunti anche per un solo giorno. «In un caso – dice Tania Benvenuti, alla guida della Camera del Lavoro di Santa Croce – mi è capitato un contratto di quattro ore». Assunto alle 8 e licenziato a mezzogiorno. Si fa anche questo nella speranza delle ripresa. Gli stranieri in conceria sono il 40% in meno del periodo precedente alla crisi, e il mercato del lavoro, per ora, non è in grado di dare segnali incoraggianti, la ripresa delle assunzioni non si sta concretizzando: «Non ci sono segnali d’allarme – spiega Benvenuti – ma neanche inversioni di tendenza: si va avanti, per lo più, con l’interinale dove per il settore l’esercito di quelli che cercano occupazione è fatto da stranieri, parte dei quali, un tempo, erano assunti a tempo indeterminato. Quando ci sono state le riduzioni di personale sono stati i primi ad essere tagliati, alcuni hanno cambiato zona, altri si sono adattati a come vanno le cose oggi e fanno la fila per avere un contattino».
Il trend d’incertezza lo conferma anche la Camera di Commercio di Pisa nell’ultimo report: prevalgono i contratti a termine, aumentano le difficoltà nel reperire la figura cercata, e tra le 800 assunzioni previste a livello provinciale, che rappresentano il 65% della domanda di lavoro espressa dalle imprese pisane, si conferma la netta prevalenza dei contratti a termine (550 assunzioni, vale a dire il 69% del totale). Oggi gli stranieri che lavorano nel conciario e nell’indotto – per lo più prestano opere nel conto terzi – sono circa 1000 su 5mila addetti stimati. Con più di 3000 stranieri su una popolazione complessiva di 14000 abitanti per un’immigrazione che dagli anni ’90 ha seguito sino allo scorso anno una crescita progressiva, solo Santa Croce – a cui vanno aggiunti gli altri Comuni «conciari» come San Miniato e Castelfranco – è tra le aree della Toscana con la maggiore densità di stranieri, 23% di presenza di immigrati rispetto alla media regionale del 10%. Sul totale dei lavoratori in conceria gli stranieri sono circa il 20%. Nel comprensorio Santa convivono oggi 52 nazionalità diverse. Vivono quasi tutti in nuclei familiari composti da almeno due persone. Hanno preso in affitto case, a volte le hanno acquistato e ristrutturate, rilanciando -– anni fa – così un mercato immobiliare che stagnava. Le prospettive? «Se da una parte le ferie mandano segnali importanti e anche positivi – conclude Benvenuti – questi non si stanno traducendo in lavoro in grado di riassorbire manodopera».