REDAZIONE PONTEDERA

Ecco perché i ragazzi restano a piedi. Viaggio fra i guai dei nostri bus

Fra guasti, ricorsi al tribunale e lamentele. Raccolta firme a Ponsacco

Un autobus guasto su viale Risorgimento

Pontedera, 15 novembre 2016 -  «E’ il primo pullman che si guasta oggi. Ma, per fortuna, sono riuscito a farlo ripartire». I guanti bianchi coperti d’olio, le mani infilate nel motore, il portellone posteriore del mezzo spalancato e la divisa blu scura dell’officina mobile ‘Ctt - Sede operativa Pontedera’. L’intervento del meccanico in viale Risorgimento, alle spalle del Duomo, è risolutivo: «Fino ad oggi era andato tutto bene». Sospiro di sollievo. Sono appena le 12.30.

E’ una giornata  fortunata, a quanto pare, quella di ieri per gli autobus di Pontedera. Perché i problemi – che a cascata poi ricadono su pendolari e studenti – sono all’ordine del giorno. La sfilza dei guai quotidiani è come la lettera a babbo Natale di un bambino di 6 anni, potenzialmente infinita. Gli autisti ci guidano nel traffico della burocrazia, delle lamentele e dell’amarezza per chi – ancora – questo mestiere lo fa con passione. «Qualche esempio? La flotta di Pontedera – spiegano – vanta una sessantina di mezzi. Cinquanta di questi sono vecchi».

Tutti i pullman che raggiungono Perignano hanno almeno 13 anni di onorata carriera sulle spalle. E la ‘carriera’ sottintende acciacchi della natura più varia. «L’altro giorno – racconta un autista – sono andato a prendere i ragazzi della corsa delle scuole a Perignano con l’impianto di riscaldamento che non funzionava».

Risultato? Nell’abitacolo c’erano due gradi. E poi ci sono i problemi al motore. All’impianto elettrico. O, come sull’autobus sul quale saliamo, l’obliteratrice che non funziona. Ma il punto qual è? Che tutto questo ricade soprattutto sui ragazzi delle scuole che talvolta restano a piedi. Ne sanno qualcosa i genitori di Ponsacco che si stanno organizzando per dare vita ad una raccolta firme.

«Se i mezzi che ci sono non funzionano – spiegano gli autisti – allora è impossibile fare corse aggiuntive. Per questioni di sicurezza non possiamo far salire tutti gli studenti sullo stesso mezzo. C’è una capienza massima da rispettare e, se sgarriamo, siamo noi autisti a pagarne le conseguenze». Così alcuni alunni restano talvolta a piedi.

Poi c'è il caso limite di Usigliano. Le strade strette impongono che a raggiungere la frazione sia un pullman a dieci posti. Ma questo è vecchissimo e ogni tre per due è fermo ai box. Il che vuol dire che, se si guasta a metà mattina, i ragazzi di Usigliano restano bloccati a Pontedera.

«E non è – continua un altro autista – neppure un problema di volontà della Ctt. I soldi per investire in nuovi bus ci sarebbero ma non possono essere spesi. L’azienda, infatti, sta aspettando l’esito del ricorso al bando internazionale che ha bloccato interamente la situazione». La Ctt, infatti, non investe fino a quando non avrà la certezza di avere l’appalto anche per i prossimi anni. Ma l’intera vicenda – dopo la contestata vittoria della francese «Ratp» – si trova ancora davanti al giudice.

Così a Pontedera, restano pullman vecchi. «La volontà di migliorare il servizio c’è, ma mancano le possibilità. Per esempio proprio oggi (ieri per chi legge ndr.) è stata attivata una corsa in più per gli studenti di Forcoli». Ma se poi il pullman la mattina non si accende...