
Vittoria e le sue sorelline il 23 agosto 1944
"No, mai! Neanche se mi mandassero alla ghigliottina!". Queste le parole di Vittoria Tognozzi, sopravvissuta all’eccidio nazista del padule di Fucecchio, alla domanda se ha perdonato quello che i nazisti hanno fatto alla sua famiglia. Vittoria, una signora gentile, dolce, con gli occhi ancora pieni di speranza, ha portato la sua testimonianza a noi bambini per non dimenticare.
Che cosa le è successo?
Avevo solo sette anni il 23 agosto 1944. Eravamo scappate alla casa Simoni, arrivarono i nazisti e uccisero mamma e le mie sorelline di appena 13 mesi e 5 anni
Perché c’era la guerra?
Non lo so bambini, non c’era motivo di tanta cattiveria. Noi non avevamo niente, neanche un coltello per tagliare la carne.
Qual è il ricordo che le è rimasto nella mente ?
Ricordo le mie sorelline, una aveva i riccioli d’oro, mi chiamava tata. Il ricordo più brutto, che non dimenticherò mai, è il rumore dei mosconi che ronzavano intorno ai loro corpi e, da quanti erano, coprivano il sole.
Non le fa male raccontare ancora?
No, io ne parlo sempre perchè vorrei che voi, ragazzi, che per fortuna non c’eravate, capiste che nella vita certe cose non si fanno! Parlatene bambini, parlatene, tenendolo sempre nella mente. Cercate di camminare sulla strada giusta e non mettete il piede nelle pozzanghere.
Noi bambini praticheremo la gentilezza, come ci ha detto Vittoria, per sconfiggere la cattiveria e non ripetere gli errori.