
Un passamontagna in testa e un coltello in mano all’ora di ricreazione, a soli 12 anni, per tentare una rapina ai danni un ragazzo di tre anni più grande. Intorno il branco. Uno filma. Ma cosa succede? Quale lettura dare al fenomeno? È successo a Pontedera dove il caso è in fase d’indagine da parte degli uomini del commissariato di polizia, e dove sono state spiccate segnalazioni e denunce alla procura presso il tribunnale dei minorenni di Firenze. Non sottovalutare è la parole d’ordine. "Per fare una prognosi dovremmo conoscere meglio sia le dinamiche del fatto che i relativi protagonisti", dice Ursula Franco, criminologa che si è occupata anche di grandi casi giudiziari italiani.
"Generalmente - spiega Franco, offrendo in questo caso una valutazione generale del fenomeno del bullismo e del branco che vedono ragazzini vestire i panni dell’aguzzino - si tratta di un gruppo composto da un leader o da una coppia di leader (hardcore) e da uno o più gregari. E’ l’hardcore che determina il livello di violenza delle ’attività criminali’ del gruppo. Le cause di certi comportamenti giovanili devianti sono da ricercarsi nella struttura di personalità e nell’ambiente in cui vivono questi ragazzi". Alessandro Meluzzi, psichiatra e volto noto del piccolo schermo, vede in episodi come quello accaduto a Pontedera, "la totale virtualizzazione delle relazioni umane e la solitudine", elementi che hanno fortemente caratterizzato questo tempo in cui, anche per i ragazzini, "cade la legge della vita". La pandemia ha avuto un peso, secondo Meluzzi, sull’acuirsi di certi fenomeni che si ripetono: "quello della provincia pisana è il quarto episodio in Italia in pochi giorni". Non è una novità, purtroppo. È figlio di questo passaggio storico, ritiene Meluzzi, segnato da lockdown e vite solitarie, dal vivere "a distanza, senza oratori, scout, sport e comunità". Esistenze con le relazioni spezzate e, sempre di più, mediate dal web. "Non è un problema educativo o scolastico", dice lo psichiatra che avverte: "qui non c’è la baby gang, le complicità quando ci sono, sono occasionali, del momento, sono giochi di ruolo". Dal virtuale al reale. "Ma stiamo vedendo solo la punta dell’iceberg, siamo solo all’inizio, secondo me", avverte.
Carlo Baroni