Santa Maria a Monte (Pisa), 30 aprile 2025 – Benedetto Ceraulo, il sicario che nel 1995 uccise Maurizio Gucci e che la scorsa settimana ha tentato di ammazzare il figlio Gaetano sparandogli due colpi di pistola al volto, è morto all’ospedale di Cisanello a Pisa. La notizia è stata resa nota ieri pomeriggio dalla Procura della Repubblica. Ceraulo, dopo aver esploso le due pistolettate contro il figlio, aveva rivolto la pistola contro la sua testa e si era sparato. Da martedì della scorsa settimana era in coma.

Le sue condizioni erano state definitive disperate, ma il passare delle ore e dei giorni aveva aperto qualche spiraglio sulla sua vita. Prima di morire, il padre killer di via Fontine, ha donato gli organi. Il figlio ha subito un primo intervento per la rimozione di frammenti ossei sotto un occhio e dovrà subirne almeno un altro per l’estrazione di uno dei due proiettili sparatigli contro dal padre.
“Ti perdono per il male che mi hai fatto – ha scritto Gaetano Ceraulo in un messaggio su Facebook il 24 aprile scorso rivolgendosi al padre – Ma non ti perdono per il male che hai inflitto a te stesso”. Quel male iniziato il 27 marzo del 1995 quando Benedetto Ceraulo a Milano sparò tre proiettili contro Maurizio Gucci uccidendolo sul colpo. Era stato assoldato – diranno poi le indagini e gli atti giudiziari – dalla ex moglie di Gucci Patrizia Reggiani, gelosa della nuova compagna dell’ex marito. Cerauolo per l’omicidio Gucci aveva scontato quasi tre decenni di carcere sull’isola della Gorgona. Condannato in primo grado all’ergastolo, in appello la pena gli era stata ridotta a 28 anni, 11 mesi e 20 giorni che sarebbero terminati il prossimo anno.
Ma grazie alla buona condotta in carcere Ceraulo da un paio d’anni era uscito dal penitenziario della Gorgona e prima di prendere casa in affitto in via Fontine a Santa Maria a Monte – dove martedì della scorsa settimana ha sparato al figlio e si è sparato in testa – aveva abitato ad Acciaiolo. In carcere aveva imparato a coltivare le viti e a produrre vino grazie a una iniziativa dell’azienda Frescobaldi. I vicini di casa di via Fontine l’avevano descritto come una persona riservata e mai sopra le righe. Un vicino perbene, come tanti altri, puntualissimo nel pagamento dell’affitto. Il martedì di Pasqua ha impugnato la pistola e fatto fuoco contro il figlio per un graffio alla macchina.