San Miniato, 9 febbraio 2025 – “Lavorare la terra è più di una semplice professione che ha dato da mangiare a quattro generazioni della mia famiglia: è una vera passione che mi ha trasmesso mio nonno e mi è sembrato naturale prendere in mano l’azienda”. A parlare è Andrea Capponi, 27enne di San Miniato che da qualche anno gestisce l’azienda agricola ‘Angiolo Capponi’, appartenente alla sua famiglia da quasi un secolo. Quella stessa terra che lo ha visto crescere e che gli ha dato, letteralmente, un futuro.
“Ho passato l’infanzia nel terreno di famiglia, aiutando mio nonno che ora ha 90 anni. Io sono cresciuto sul trattore, mio babbo mi ci portava fin da quando avevo 3-4 anni. Poi soprattutto negli ultimi 10 anni, ho incrementato il mio aiuto e da quando ho 19 anni lavoro ufficialmente con l’azienda agricola. Questo lavoro si fa solo con la passione e io ne ho tanta”.
E fin da subito ha sempre pensato di fare il contadino?
“No, dopo il diploma ho iniziato ingengeria informatica all’Università di Pisa, ho dato diversi esami finché non ho sentito il richiamo della terra. Io mi trovavo bene ad andare sul trattore e mi piaceva l’idea di coltivare il terreno, quindi ho preso in mano nel 2020-21 l’azienda di famiglia che, altrimenti, forse non sarebbe andata avanti”.
Quali sono i vantaggi di essere un giovane agricoltore?
“Nel mio caso, i miei studi mi hanno aiutato molto: l’ingegneria informatica è stato un modo per avere nuove conoscenze per l’evoluzione del lavoro. Voglio rendere la mia azienda sempre più tecnologica e innovativa”.
Il modo giusto per svecchiare un mestiere antichissimo.
“Esatto. Questo lavoro va sempre più verso la modernità: la cabina di un trattore oggi è piena di schermi, si usa il gps, le app e tante altre comodità che il contadino medio non comprende. La tecnologia ti aiuta molto nell’atto pratico ed esecutivo... ma non bisogna dimenticare la conoscenza e l’esperienza”.
E per questo immagino la aiuti suo nonno.
“Assolutamente, lavorare con lui è molto bello perché mi permette di unire due aspetti fondamentali. Il primo è che posso passare tanto tempo con lui. Il secondo è che assorbo tante nozioni sul mestiere del contadino. A me fa piacere e lui è contentissimo di dare una mano. Mio nonno è un mentore e conosce tutti i trucchi del mestiere che non trovi in nessun libro”.
Esperienza da un lato e passione, età e volontà dall’altro. Sono le ricette per l’azienda agricola del domani?
“La passione è il motore e l’esperienza è la rotta, però la chiave del lavoro è l’efficienza e la diversificazione: il contadino deve essere ormai polivalente e saper fare tante cose. E penso che noi ragazzi siamo avvantaggiati per la dimestichezza con le tecnologie. L’agricoltura è un lavoro per giovani”.