CARLO BARONI
Cronaca

Casa occupata da un anno. “Vogliamo chiarezza”

Il proprietario dell’immobile a Ponsacco era stato avvertito della liberazione dei locali. Ma dentro c’era ancora una famiglia. Il Pd ha presentato un’interrogazione

Carabinieri a Ponsacco (Bongianni/Germogli)

Carabinieri a Ponsacco (Bongianni/Germogli)

Ponsacco (Pisa), 17 aprile 2025 – Ha suscitato clamore e nuove polemiche il caso della casa occupata da un anno a Palazzo Rosa. Una casa che il proprietario, nei giorni scorsi, aveva creduto fuori dall’incubo: era stato avvertito che era stata liberata e quando è arrivato lì, invece, c’ha trovato gente. Una casa acquistata dopo la pensione, come piccolo investimento che – però – al momento, si stanno “godendo altri”. Sulla vicenda prende posizione il Pd. “Un proprietario di un locale viene informato dall’amministratore di condominio che il suo appartamento è stato sgomberato e che deve recarsi urgentemente sul posto con un avvocato ed un muratore per sancire formalmente la liberazione del locale e murare gli accessi – si legge nella nota che riepiloga i fatti –. L’interessato arriva sul posto, ma scopre che il locale non è mai stato liberato e che la famiglia che ci abita non intende andarsene in assenza di un alloggio alternativo del comune”.

“Non osiamo immaginare l’amarezza del proprietario che oltre al torto dell’occupazione ha dovuto subire anche la beffa della falsa liberazione – aggiungono i Dem –. A costui va tutta la nostra piena vicinanza e solidarietà. Visto il silenzio dell’amministrazione comunale, proviamo noi a fare chiarezza. Prima di ogni sgombero è compito dell’amministrazione comunale e dell’ufficiale giudiziario informare la Prefettura sulla data della presunta liberazione del locale, sarà poi cura della stessa informare il sindaco sull’esito dell’operazione condotta dalle forze dell’ordine”. Il Pd vuol capire quindi come sono andate le cose in questa circostanza: da qui l’annuncio che è stata presentata una interrogazione in merito in consiglio comunale.

Il proprietario dell’immobile, che vive in un altro Comune, aveva raccontato a La Nazione, che con gli era stato indicato si era recato sul posto, assistito da un legale e con un muratore per provvedere a sigillare l’appartamento in modo che non potesse essere preso nuovamente da altre persone”. “Purtroppo però non era così – il suo sfogo –. Quando siamo arrivati la casa mostrava evidenti segni di essere ancora vissuta e, dopo poco istanti, è arrivata una ragazza del nucleo familiare. Mi ha detto che se ne andranno se il Comune darà loro un altro alloggio”.

C. B.