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Caso delle donazioni milionarie: "Si fidavano di quella famiglia"

Padre, madre e i due figli a processo per aver raggirato per milioni due anziani facoltosi .

Caso delle donazioni milionarie: "Si fidavano di quella famiglia"

Una storia di donazioni milionarie, due testamenti e atti con cui veniva concessa la procura speciale per amministrare l’intero patrimonio. Sono due copioni quasi identici, quelli che ieri pomeriggio sono stati ricostruiti nell’aula del tribunale di San Mercuriale, dove il notaio Marco Regni è stato chiamato a testimoniare nell’ambito del processo che vede imputata un’intera famiglia, padre, madre e due figli, di Ponte Buggianese, accusati di aver raggirato due anziani facoltosi, una ereditiera di Pisa e un grosso industriale di Santa Croce, riuscendo nel tempo a sottrarre loro beni per un totale di 13 milioni di euro. Imputati con l’accusa di circonvenzione d’incapace e (per uno di loro) di ricettazione, sono Luana Palatresi, 57 anni, Donato Maddalena, 61 anni, e i loro due figli Alessio e Jonathan.

Al notaio Regni – è stato ricostruito – la famiglia Maddalena si sarebbe rivolta per fissare gli appuntamenti per due clienti distinti, due anziani che in comune avrebbero avuto solo il fatto di avere un patrimonio milionario, fatto di ville, macchine, quote societarie. "In tutti e due i casi – ha spiegato il notaio Regni – parlai a lungo con i donatori, per accertarmi della consapevolezza degli atti che stavano sottoscrivendo. E non ebbi motivo di dubitare delle loro capacità". Diversi profili: lei sola e senza figli, lui sposato, si erano rivolti in periodi diversi alla famiglia Maddalena, a cui avevano affidato l’intera gestione della loro vita. "Mi fido di loro, mi accudiscono", avrebbero detto i clienti al notaio. "Nel caso della signora – ha spiegato in aula il notaio – trovandomi davanti a una donazione milionaria, mi permisi di proporre di nominare un avvocato che avesse l’onere di controllo sull’obbligo di accudimento da parte del beneficiario. Lei in un primo momento acconsentì, poi, successivamente fece escludere anche questo controllo". Ma nell’ottobre del 2017, è la moglie dell’industriale a contattare lo studio notarile: vuole delucidazioni sul testamento del marito. Poi l’uomo si presenta nello studio, accompagnato da Alessio Maddalena, per richiedere la revoca della procura speciale. "Notai un atteggiamento distaccato tra i due, come di un idillio interrotto", ha spiegato il notaio Regni.